I carrelli fermi ai “box” fuori dai supermercati e dai discount aumentano anche a Cagliari. Crisi, parola principale che fa capire perchè fare la spesa sia diventato, per molte famiglie, un lusso. E in parallelo gli stipendi fermi, per chi ha la fortuna di avere un lavoro. E nel capoluogo sardo ci sono state, nell’ultimo periodo, chiusure eccellenti tra i discount, a riprova che anche dove il risparmio dovrebbe essere garantito la fanno da padrone i portafogli, sempre meno pieni, dei cittadini. In via Roma è durato un anno, settimana più settimana meno, l’unico punto del marchio Leader Price. Dentro i prezzi sono sempre stati competitivi, almeno rispetto ai supermercati di “grido”, e la posizione non era neanche troppo defilata rispetto al centro. Ma i conti non sono tornati, come si dice in questi casi. Oggi l’insegna non c’è più e, oltre le vetrate, si notano solo i mastelli ammassati. A Pirri, come già anticipato qualche giorno fa da Casteddu Online, ha chiuso dopo dieci anni l’unico Md della municipalità, in via Riva Villasanta: parcheggi inesistenti e clientela in calo sono stati il mix letale. In via Mercalli, a fine giugno, addio anche ad un altro discount Md, aperto da tanto tempo: “Peccato, creava un po’ di movimento”, confessa, a Casteddu Online, qualche commerciante della strada. In questo caso, il problema principale sembra essere legato all’affitto e alla vendita delle mura, non ci sarebbe stata un’intesa decisiva. Tant’è, un’altra realtà commerciale che non c’è più, per giunta a pochi metri di distanza dal trafficatissimo viale Marconi. Da un lato ci sono i clienti, sempre meno propensi ad aprire il portafoglio, dall’altro nuovi disoccupati.
E intanto, a Cagliari e in Sardegna l’inflazione galoppa: “I prezzi scendono al rallentantore, per gli alimentari l’inflazione è del 9,9% e le famiglie si devono preparare a nuovi rialzi delle bollette. Con la guerra in Israele e la fiammata dei prezzi dell’energia, sono possibili effetti sulle tariffe di luce e gas”, spiega il presidente sardo di Adiconsum, Giorgio Vargiu. “In Sardegna i prezzi al dettaglio scendono al rallentatore, e a settembre l’inflazione si attesta in regione al +5,8% contro il +5,3% della media nazionale. Per effetto del tasso di inflazione ancora molto elevato, una famiglia residente in Sardegna si ritrova oggi a spendere in media 1438 euro in più all’anno solo come effetto dei rincari dei listini al dettaglio. Solo per la voce ‘prodotti alimentari’, i prezzi a settembre registrano un aumento annuo del +9,9% contro il +8,4% della media italiana. I listini scendono ma al rallentatore, e il trend potrebbe presto interrompersi del tutto e invertire la rotta: la guerra scoppiata in Israele ha portato ad una fiammata delle quotazioni dell’energia sui mercati internazionali. Questo significa che a breve potrebbero registrarsi anche in Sardegna pesanti aumenti delle tariffe di luce e gas a carico di imprese e famiglie, con effetti diretti sui prezzi al dettaglio legati ai maggiori costi energetici in capo ad industrie e produttori”. Quindi, all’orizzonte sembra esserci “un aumento che arriverebbe nel momento peggiore, quando cioè le famiglie della Sardegna accendono i riscaldamenti e si concentrano i maggiori consumi di gas; una vera e propria stangata che il Governo deve a tutti i costi evitare adottando le opportune misure di contrasto”, aggiunge Vargiu. “In questa situazione di incertezza e in attesa di capire come si evolverà nelle prossime settimane il mercato energetico, consigliamo alle famiglie di non credere alle facili promesse di risparmio che arrivano dalle società del mercato libero dell’energia, e rimanere nel mercato tutelato, anche in considerazione della possibile proroga di altri 6 mesi allo studio del Governo”.









