La Nuova iniziativa coimpresa dell’imprenditore Gualtiero Cualbu è stata dichiarata fallita dal tribunale. La decisione è contenuta nelle ventisette pagine della sentenza firmata ieri dal presidente Ignazio Tamponi: società in liquidazione e affidata totalmente ai commercialisti Roberto Dessy e Bernardette Dessalvi. Per i giudici vale l’ultimo bilancio disponibile, che segna un patrimonio negativo di 12,8 milioni di euro, con le casse della srl di Cualbu vuote. È questo il motivo principale che ha portato il tribunale ad accogliere la richiesta di fallimento del pubblico ministero. E gli oltre centoventidue milioni messi nei documenti contabili e legati al secondo lodo arbitrale della famosa vicenda di Tuvixeddu non vengono considerati dai giudici perché la Regione ha già vinto il primo round giudiziario e, a prescindere, si tratta di denari che non si sa se arriveranno nelle casse di Cualbu.
Una vicenda che si lega con lo stop ai lavori nella necropoli di Tuvixeddu dovuto all’approvazione del Ppr nel 2006 dalla Regione, governata da Renato Soru. Per quello stop nelle casse di Cualbu sono finiti quasi 84 milioni di soldi pubblici come risarcimento. Poi, però, la Cassazione ha sentenziato che quei denari non fossero dovuti, ma non sono mai stati resi. Il secondo round giudiziario, dove in ballo ci sono 122 milioni chiesti da Coimpresa, per i giudici “è verosimile che subirà la stessa sorte del primo”. Cioè con la Regione vincitrice e Gualtiero Cualbu sconfitto. Da qui la dichiarazione di fallimento e l’obbligo, entro tre giorni, di depositare “bilanci, scritture contabili e fiscali obbligatorie nonché l’elenco dei creditori”. Il 19 settembre prossimo, alle dieci, l’udienza “per l’adunanza dei creditori e per l’esame dello stato passivo dinanzi al giudice delegato”.












