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Covid, in Sardegna “seconda ondata 14 volte superiore alla prima: 527 posti letto occupati negli ospedali”

di Paolo Rapeanu
26 Novembre 2020
in sardegna, zapertura

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Covid, in Sardegna “seconda ondata 14 volte superiore alla prima: 527 posti letto occupati negli ospedali”

sdr

La seconda ondata da Covid, le sue conseguenze e le implicazioni sul sistema sanitario sardo, le azioni adottate per fronteggiare la crisi e le strategie in campo per combattere la pandemia, la riconfigurazione di alcune importanti strutture sanitarie, le attese al pronto soccorso e le nuove terapie intensive, il reclutamento del personale e i modelli organizzativi da sperimentare, lo stress degli ospedali e quello di medici e pazienti,  con l’obiettivo dichiarato di garantire cure e assistenza in tutta l’Isola: sono stati questi, in sintesi, i temi al centro delle audizioni nella commissione Salute del Consiglio regionale. Nel parlamentino presieduto da Domenico Gallus (Udc), i vertici della sanità in Sardegna – con in testa l’assessore regionale, Mario Nieddu; il direttore generale dell’assessorato, Marcello Tidore; il commissario straordinario Ats, Massimo Temussi; la direttrice della Assl di Nuoro, Grazia Cattina; la direttrice della Assl di Oristano, Valentina Marras; il direttore della Assl di Lanusei, Antonio Demontis; il direttore della Assl di Cagliari, Carlo Murru; il direttore della Assl di Sanluri, Maurizio Locci; il direttore della Assl di Sassari, Flavio Sensi; il commissario della Aou di Sassari, Antonio Spano; il direttore generale dell’Aou di Cagliari, Giorgio Sorrentino e il commissario dell’Azienda ospedaliera Brotzu, Paolo Cannas – non si sono sottratti ai quesiti, alle richieste di chiarimento e neppure alle sottolineature critiche ed ai suggerimenti dei consiglieri di maggioranza e opposizione. “Nessuno di noi – ha esordito l’assessore Nieddu – poteva immaginare che la seconda ondata del virus avesse in Sardegna una portata quattordici volte superiore rispetto alla prima, passando in pochi mesi da 1390 positivi a circa 20mila contagiati (19288)”. “Alla data del 24 novembre – ha proseguito il responsabile della sanità – contiamo 12562 positivi; 6319 guariti; 407 decessi (età media 79 anni, il più giovane aveva 31 anni, il più anziano 100 anni); attualmente 11962 sono le persone in isolamento domiciliare, 527 i ricoverati, dei quali 73 in terapia intensiva”.

 

I posti in terapia intensiva, complessivamente disponibili in tutta l’Isola sono 75, e il dato rende meglio l’dea di ciò che l’assessore ha inteso quando, nel corso del suo intervento, non ha negato “lo stress cui sono sottoposte le strutture ospedaliere” insieme con l’urgenza di attivare nuove realtà in grado di reggere l’urto dei ricoveri. “Si incomincia però – ha aggiunto Nieddu – ad intravedere un rallentamento della curva dei contagi e l’indice Rt è fermo a 0.84” . Segnale incoraggiante se unito alle due slide illustrate dal commissario Ats, Temussi, che hanno evidenziato “una diminuzione della pressione in entrata nei pronto soccorso, insieme ad una riduzione degli accessi per febbre e dispnea”. I numeri dei tamponi hanno certificato invece la mole di lavoro che si è abbattuta sui laboratori del sistema pubblico: “Il totale dei tamponi eseguiti è pari a 352678 e solo negli ultimi sette giorni sono stati 21869, con una media di 3124 tamponi\giorno per 2770 casi di positività che fanno 395 positivi di media settimanale”. L’onda d’urto dei contagi e la ricerca di nuovi spazi per le terapie intensive ha rivoltato ospedali e corsie (il Marino e il Binaghi di Cagliari sono gli ultimi in ordine di tempo) tanto che “entro sessanta giorni potrebbero essere attivati (ma alcuni sono già disponibili) ulteriori 68 posti letto con l’ossigeno: 18 all’Aou di Sassari, 9 al San Martino di Oristano, 15 al San Francesco di Nuoro, 6 al Santissima Trinità, 12 al Binaghi e 8 al Marino di Cagliari”. La cosiddetta area medica e sub intensiva conta in tutta l’Isola 527 posti letto al momento occupati, su un totale di 591 attivi. I nuovi posti letto attivabili nell’arco delle prossime settimane sono 578: 46 al Marino di Alghero, 15 a Ghilarza, 2 al San Martino di Oristano, 42 al San Francesco di Nuoro, 25 a Bosa, 70 Marino di Cagliari, 100 al Binaghi a Cagliari, 40 al San Giuseppe di Cagliari; 24 al Santissima Trinità a Cagliari, 25 a Iglesias, 22 alle cliniche di Sassari e 147 al Santissima Annunziata a Sassari. “In totale – ha affermato l’assessore a conclusione dell’elencazione di ospedali, paesi, città e numeri – avremo oltre mille posti Covid che rappresentano un quarto del totale dei posti letto complessivamente disponibili nel sistema sardo”. Non sono mancati i richiami al potenziamento delle Usca (unità speciali di continuità assistenziale) e dal governo regionale non si è negata tale opportunità: “Ne abbiamo attivate venti che hanno in carico 2737 pazienti e altre tre sono in via di attivazione”. Il problema sottinteso è quello del reclutamento di medici, infermieri e personale amministrativo e l’assessore Nieddu ha replicato con l’illustrazione del contenuto di un altro foglio Excel: “Abbiamo reclutato in totale 1075 unità: 185 medici, 233 specializzandi, 478 infermieri, 45 professionisti della sanità, 105 operatori socio sanitari e altri 29 operatori”. “Per potenziare il cosiddetto tracciamento – ha proseguito l’esponente dell’esecutivo Solinas – è in corso il bando della Protezione Civile per assicurarci le prestazioni di 8 medici, 13 assistenti sanitari, 33 tecnici della prevenzione, per un totale di 54 nuove unità. Mentre dei 379 medici del bando cosiddetto “dei 500”, 242 hanno già restituito il contratto firmato, 163 sono stati sottoposti alle visite e 67 hanno già preso servizio (4 a Cagliari, 25 a Sassari, 14 a Carbonia, 10 a Oristano, 5 a Nuoro, 1 a Olbia e 8 a Lanusei)”.

La strettoia, i tempi lunghi e i difficili contatti con l’ufficio igiene e sanità pubblica è un altro tema che più volte è stato evidenziato dagli interventi dei consiglieri e il direttore dell’assessorato, Marcello Tidore, ha aperto uno spiraglio per un possibile alleggerimento delle incombenze che pesano su quegli uffici: “Lavoriamo ad una soluzione che consenta anche i medici e non soltanto ad un ufficiale della sanità pubblica di poter attestare la guarigione, trascorsi i 21 giorni (almeno sette dei quali da asintomatico) dalla positività, così come stabilito lo scorso ottobre dal ministero”. I medici di famiglia sono chiamati in causa anche quando si è parlato della possibilità che possano eseguire i test antigenici rapidi (“ne abbiamo acquistati 1100000 – afferma Massimo Temussi – e un altro milione è stato ordinato”) e non poteva mancare il riferimento alla vaccino antinfluenzale. La Regione ha firmato un contratto per 530mila dosi (lo scorso anno in totale erano state 220mila) ma ne sono state consegnate solo 318mila e la multinazionale del farmaco Sanofi sembra intenzionata a non rispettare l’accordo per la fornitura, nonostante le penali (“sono pronto a denunciare l’azienda farmaceutica – ha dichiarato l’assessore – e auspico un intervento del governo nazionale perché sia fatta piena luce sulla vicenda e siano garantite le dosi per il vaccino contro l’influenza”). Gli interventi del presidente della commissione, Domenico Gallus, dei consiglieri Daniele Cocco (Leu); Gianfranco Ganau (Pd); Francesco Agus (Progressisti); Francesco Mura (FdI); Michele Ciusa (M5S); Rossella Pinna (Pd); Alessandro Solinas (M5S) e Desirè Manca (M5S) hanno riportato all’attenzione dei commissari e dei direttori generali le emergenze vissute in questi mesi nei diversi territori, insieme alla rabbia di tanti cittadini per qualche disservizio di troppo e per le risposte negate o ricevute con colpevole ritardo. La fila delle ambulanze al pronto soccorso, le lunghe attese, i percorsi sporchi e puliti negli ospedali, le cure mancate per chi soffre dei mali che non sono Covid, i timori che gli spazi dati ai ricoveri per il virus non ritornino alla loro originaria funzione, la difficoltà nelle comunicazioni con i positivi e con i sindaci, i macchinari contesi per poter processare qualche tampone in più, le assicurazioni per i medici appena reclutati, i Dpi che non ci sono o che non sono in quantità adeguata, gli spazi per il ristoro e la vestizione dei volontari del 118: sono questi alcuni dei paragrafi del libro delle doglianze della seconda ondata Covid in Sardegna. “Ne ipotizziamo anche una terza – ha concluso l’assessore Nieddu – e confidiamo di sconfiggere il virus grazie anche al nuovo vaccino ma è fin troppo evidente che il clima politico e quello generale con il quale si sta affrontando la “fase due” della pandemia è assai diverso rispetto a quello collaborativo e solidaristico che la Sardegna ha dimostrato in occasione del primo manifestarsi del Coronavirus nell’Isola”.

Tags: coronavirusSardegna
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