In genere, la morte viene associata all’idea della fine fisica del nosro corpo. E che niente sopravvive di noi, del nostro essere, dell’essenza che ci ha caratterizzati in vita. Ma secondo la scienza non è così. Il dottor Robert Lanza, considerato il terzo miglior scienziato in vita, è diventato famoso grazie ad un libro, Biocentrism, che ha avuto un certo successo su internet e rappresenta lo sforzo di Lanza di spiegare scientificamente che dopo la morte c’è vita e che quindi non esiste la parola “fine”. Secondo il dottor Lanza, la vita prosegue dopo la morte grazie all’attività eterna della coscienza. L’esperto scienziato, conosciuto per aver clonato diverse specie di animali in via d’estinzione, ha ideato la teoria del biocentrismo. Secondo il biocentrismo, la coscienza e la vita sono due aspetti fondamentali per l’universo; addirittura la coscienza genera l’universo materiale in cui viviamo. Secondo questa ipotesi, la coscienza non può morire e non morirà mai. Perchè secondo Lanza la coscienza non conosce vincoli di spazio e tempo, quindi questo significa che essa può vivere sia nel corpo, che fuori. La teoria del biocentrismo, afferma che la morte come noi la conosciamo, è un’illusione creata dalla nostra stessa coscienza. Sarebbe la nostra stessa coscienza a creare l’universo, e non il contrario. E una volta che accettiamo che spazio e tempo siano solo “strumenti della nostra mente”, la morte non può esistere in alcun senso reale. Ma la coscienza cos’è? Secondo il professor Robert Lanza, nonostante i singoli corpi siano destinati alla morte e alla disintegrazione, la coscienza viva dell’individuo, il “chi sono”, esiste come forma di energia (circa 20 watt) che opera all’interno del cervello. Il secondo principio della Termodinamica (uno degli assiomi più sicuri della scienza) afferma che l’energia non si può né creare, né distruggere, ma solo trasformare, per cui ne consegue che questa “energia di coscienza” che opera nel cervello non scompare con la morte del corpo, ma si trasforma in altro.
Su cosa c’è dopo la morte, si pronunciano anche le religioni. Secondo i culti orientali, in particolare nella teoria della reincarnazione (di cui esistono le innumerevoli varianti dei buddisti, induisti, sikh, giainisti, esoteristi, ecc.), e in una grande energia cosmica impersonale che pervade tutto e tutti. Morire è per loro il passaggio da un’esistenza terrena ad un’altra. L’anima continua a passare attraverso una lunga catena di reincarnazioni, cioè a reincarnarsi in altri esseri umani finché non ha raccolto tutte le conseguenze delle proprie azioni. Le religioni tradizionali africane, invece, insegnano che i morti continuano a intervenire nella vita dei discendenti sotto forma di “spiriti protettori”. I bambini, gli anormali e i morti di morte violenta sono invece esclusi da questo ruolo, e rimangono degli spiriti vaganti e pericolosi. Mentre, la religione Ebraica si basa sull’Antico Testamento e insegna che vi sarà la risurrezione di tutti gli esseri umani dopo il Giudizio finale da parte di Dio. L’Ebraismo insegna che quando si muore, l’anima lascia il corpo e raggiunge tutte le altre anime che riposano nello Sheol (il soggiorno dei morti). Anche la religione Islamica insegna l’esistenza dell’anima, e l’esistenza di un giorno destinato al Giudizio finale (chiamato “l’ultimo giorno”). L’Islam insegna che chi non crede in Allah è destinato all’inferno; chi invece è stato sufficientemente giusto potrà contemplare Allah. I Testimoni di Geova, invece, insegnano a non credere nel cielo e nell’inferno, e fondono il concetto di paradiso con quello di vita terrena. Il loro pensiero è che i morti che saranno stati sufficientemente giusti, un giorno ricominceranno a vivere “una nuova vita su una terra paradisiaca” (in questo mondo). Il Cattolicesimo, rifacendosi in parte alla Bibbia, insegna che quando si muore esistono tre destinazioni possibili per l’anima del defunto: paradiso, inferno e purgatorio. Il Cattolicesimo, inoltre, insegna che i defunti ci ascoltano e ci aiutano, e che vanno quindi pregati. Infine, gli atei (coloro che non credono nell’esistenza di Dio) affermano che l’uomo non è altro che un animale. Essi negano che vi sia un’anima che sopravvive al corpo e perciò ritengono che dopo la morte non vi sia nulla.













