Coronavirus, sos dei Comuni italiani a Conte: “Riaprite i negozi o falliranno prima del 18 maggio”

“Il Governo anticipi le riaperture. O commercianti, artigiani, ambulanti, un popolo intero di partite iva, che non si sono mai interessate di ammortizzatori sociali ma hanno sempre e solo pensato a lavorare e pagare le tasse, chiuderanno prima del 18 maggio o del primo giugno”


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Riaprite i negozi. Perché il rischio che entro il 18 maggio o il primo giugno potrebbero essere falliti. Appello degli assessori alle Attività produttive dei 65 comuni più importanti d’Italia. Tra loro anche Alessandro Sorgia, assessore alle Attività produttive del Comune di Cagliari.
“Presidente Conte Le parole che intendiamo rivolgerle con la presente non sono frutto di posizioni politiche preconcette ma derivano dalla preoccupazione che ciascuno di noi, come amministratore locale, di diversa appartenenza politica, sta raccogliendo all’indomani del suo ultimo discorso.
L’attesa che si respirava rispetto alla declinazione della cosiddetta “fase due” aveva creato aspettative che ora rischiano di tramutarsi in disperazione difficilmente gestibile.
Ci sono commercianti, artigiani, ambulanti, un popolo intero di partite iva, persone abituate a sostenere l’Italia tutta, che non si sono mai interessate di paracaduti o ammortizzatori sociali ma hanno sempre e solo pensato a lavorare, pagare le tasse e consentire a se stessi ed ai propri cari di vivere dignitosamente.
Oggi queste persone hanno bisogno di un aiuto concreto da parte dello Stato: contributi a fondo perduto, una minore pressione fiscale e sostegno immediato per pagamento degli affitti.
Queste attività non possono sopportare un periodo di chiusura così prolungato per questo tutti noi ci uniamo alla loro richiesta e chiediamo di riaprire.
 Riaprire con tutte le prescrizioni che il comitato tecnico  scientifico suggerirà e che il governo tradurrà in norme da rispettare ma riaprire, restituendo nuovamente quella dignità che li ha sempre contraddistinti, che ha contraddistinto il loro impegno e quello dei propri collaboratori.
Glielo chiediamo come assessori comunali, come rappresentanti del mondo istituzionale più prossimi alla voce ed al cuore e dei cittadini.
Facciamo diventare il discrimine non tanto l’appartenenza ad un settore piuttosto che ad un altro, ma la capacità di garantire o meno il rispetto di quelle norme di sicurezza necessarie per prevenire una seconda ondata del contagio. Diamo subito regole certe, chiari e uniformi a cui le varie realtà dovranno attenersi e consentiamo loro di adeguare i locali.
Chiediamo inoltre ulteriori trasferimenti  agli enti locali affinché ogni amministrazione possa avere risorse a disposizione per aiutare le attività produttive e I lavoratori che vedranno diminuire drasticamente  le loro entrate.
I comuni non possono farcela con risorse proprie, le minori entrate avranno ripercussioni sui servizi per i nostri territori senza intervento da parte dello Stato.
Riveda la road map presidente Conte altrimenti migliaia di attività, frutto del sogno, della passione e della competenza di altrettante donne e uomini, chiuderanno prima del 18 maggio o del primo giugno”.


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