Potrebbe già cambiare, anzi è molto probabile, il “semaforo” delle regioni italiane, suddivise in gialle, arancioni e rosse in base al livello di rischio. Le nuove restrizioni sono scattate infatti appena venerdì scorso, giorno di entrata in vigore del dpcm firmato dal premier Conte il 3 novembre, e oggi pomeriggio una nuova riunione della cabina di regia per il monitoraggio regionale, composta da ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità e tre rappresentanti delle Regioni, è chiamata a valutare i nuovi dati giunti dai territori e a decidere eventuali spostamenti in una fascia a rischio più alto.
Oggi comunque, a scanso di ulteriori colpi di scena, potrebbe arrivare una nuova stretta: alcune regioni ‘gialle’ avevano già fatto discutere la scorsa settimana, in primis la Campania, alle prese con numeri allarmanti (anche ieri altri 4.600 casi), “graziata” nel primo monitoraggio per via di un Rt ritenuto indice di una certa stabilizzazione almeno in prospettiva, pari a 1,49, ossia a un millimetro da quello indicato come soglia di rischio superiore, ossia 1,5, peggio se mantenuto per più settimane consecutive.
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