di Jacopo Norfo
Allora, c’era una volta un corso per barman e pizzaioli organizzato dalla Confesercenti e riservato solo ai migranti. Chi paga? Una Ong, con i soldi del Ministero. Quanto pagano i migranti per farlo? Zero euro, gratis. Quanto pagano i sardi per fare un corso da pizzaioli con gli stessi Master Chef? Intorno ai 1500 euro. Chi intasca i soldi del corso per migranti? La Confesercenti. Chi osa smentire tutto questo, che solo il nostro giornale ha avuto il coraggio di raccontare? Nessuno. Chi ha protestato? Consiglieri comunali e regionali. Sono e sarò sempre il primo supporter della buona accoglienza agli amici stranieri, l’ho scritto in almeno cento editoriali diversi. Ma qui sono i cagliaritani il problema.
La domanda è: perchè la Confesercenti, che dovrebbe rappresentare una buona parte dei commercianti di Cagliari (da anni in mano alle solite, grandi famiglie) non organizza un corso e permette anche ai sardi disoccupati di partecipare gratis a un corso per barman e pizzaioli? Perchè non ci dichiara invece quanti soldi prende da questa iniziativa? Ma veramente vogliamo fare credere agli amici stranieri che basta un corso di poche settimane per imparare un mestiere così difficile, un’arte come quella del pizzaiolo in sole 50 ore? Impareranno a fare le pizze e a come si prepara, si accende e spegne un forno in sole 50 ore, quando a un apprendista non basta un anno per imparare i segreti della pizza? Perchè qui si tratta solo di rivendicare il fatto che siamo tutti uguali, e tutti abbiamo gli stessi diritti. Cagliari Online lancia insieme ai suoi lettori un appello alla Confesercenti: trovi le risorse per organizzare un corso analogo per i disoccupati cagliaritani, che permetta loro di non spendere un euro per frequentarli. E ci dimostri che con corsi come questi si può davvero imparare un mestiere. Magari con il contributo di Comune e Regione. Sarebbe il gesto migliore per chiudere questa polemica.











