Prende il via giovedì 10 settembre, alle ore 21, negli spazi del Cinema all’aperto di Villa Muscas il
progetto Thalassaki, itinerario artistico e culturale dedicato al tema del Mediterraneo, ideato e
scritto nell’ambito della programmazione dei “Progetti in Rete” di Cagliari Capitale della Cultura
Italiana 2015.
Sarà l’opera documentaria “Trenta piedi sotto il mare”, del regista Francesco Piras, a inaugurare il
percorso progettuale tracciato dalla Rete Riflessos (composta dalla Compagnia Çàjka –
TEATRIDIMARE, Spazio 2001, PROHAIRESIS – Leggendo Metropolitano), il primo appuntamento di
una lunga serie di eventi che si snoderanno lungo i mesi di ottobre, novembre e dicembre. Una
narrazione aperta, dove si incontreranno linguaggi artistici e culturali diversi (cinema, letteratura,
danza, poesia, pedagogia), in un continuo alternarsi di forme e spazi (Centri d’Arte, scuole, piazze,
strade, mercati).
Thalassaki (parola greca che significa “piccolo mare” o, vezzeggiativo, “Dolce” o “Caro”), realizza
in questo senso un processo attivo di ricostruzione di una continuità culturale in una prospettiva
di alleanza fra Cagliari e il Mediterraneo. Quel Mar Mediterraneo che è naturalmente “mediatore
di terre” (Franco Cassano); storicamente luogo di comunicazione fra popoli diversi e lontani,
portatore di identità, incontro e scambio.
In questo quadro si inserisce l’opera del regista Francesco Piras che aprirà il progetto giovedì sera.
Un’originale video-documentario che descrive l’affascinate viaggio nelle trame poetiche di tre
storie profondamente ancorate al mare e alle sue più intime alchimie. Un emozionante percorso
alla scoperta di una Sardegna ricca di fascino e unicità.
C’è il racconto della vita e dei progetti realizzati dall’artista teatrale Francesco Origo, che col suo
progetto di navigazione teatrale Teatridimare ha messo in piedi negli ultimi 15 anni una delle più
significative produzioni artistiche di tutto il Mediterraneo. C’è la storia e il canto di Chiara Vigo,
l’ultima sacerdotessa del bisso; e poi la commovente saggezza di Pietro Capula, pescatore di
corallo recentemente scomparso durante un’immersione nelle acque della Riviera di Alghero e al
quale Piras ha dedicato il documentario.













