Direzione Area metropolitana. Il disegno di una vasta area provinciale segue linee di percorso tortuose. La realizzazione di una Città Metropolitana che includerebbe 16 comuni e coinvolgerebbe 400 000 cittadini, è oggetto di dibattito nel Consiglio Regionale.
Rilanciata da Francesco Agus, Presidente Commissione Regionale, la proposta è stata discussa ieri a Sestu con la partecipazione di Aldo Pili, sindaco di Sestu, Walter Piscedda, sindaco di Elmas e Consigliere Regionale, Cristiano Erriu assessore regionale agi enti locali, in un dibattito a casa Ofelia moderato dal giornalista Vito Biolchini. L’idea di una grande area metropolitana di Cagliari non è nuova e di recente si è parlato anche di area metropolitana sassarese e nuorese. Tuttavia le discussioni sembrano seguire un percorso tortuoso all’interno del Consiglio Regionale.
L’area metropolitana ha come fondamento la legge Delrio che ridisegna i confini e le competenze dell’amministrazione locale. In breve la legge prevede che il territorio metropolitano corrisponda alla provincia e sia amministrato da un sindaco, un consiglio e una conferenza i quali svolgono gratuitamente il loro incarico. L’elezione diretta viene mantenuta solo per i rappresentanti del Comune e della Regione, sarebbe dunque abolita per quelli della Provincia, nell’obbiettivo di eliminare tutti gli enti non più funzionali. La sfera di competenza della città metropolitana sarebbe: la cura e lo sviluppo del territorio, la promozione e la gestione di sevizi, infrastrutture e reti di comunicazione e quello di tessere delle relazioni istituzionali con le altre aree metropolitane.
Durante il dibattito Erriu ha sottolineato: “L’ente locale ha uno status giuridico rafforzato con competenze più forti rispetto al comune e alla provincia” I punti forti dell’area metropolitana, secondo Agus si richiamano alla valorizzazione dello statuto speciale e per questo propone un lavoro sinergico partendo dalla base della legge Delrio affinché si crei un nuovo patto sociale tra gli enti. “I rapporti tra Sestu Monserrato, Cagliari già si sviluppano all’interno di una stessa città, ciò non vuol dire che le peculiarità di ogni comune non debbano essere conservate e promosse all’interno di questo disegno più ampio, e non comporta che la città di Cagliari sia il perno”. E ha aggiunto: “Ad esempio lo spostamento della metropolitana a Monserrato è una svolta epocale, al contempo lo spostamento dell’Università comporta dei vuoti nel centro, sovrastimati per una città delle dimensioni di Cagliari, altri casi di grandi strutture vuote come: la manifattura tabacchi, il carcere di Buoncammino, le Servitù Militari non hanno senso all’interno di una cittadina ma lo hanno in un area più ampia, quella metropolitana appunto. Se Ikea decide di aprire uno Store è perché ci sono 400 000 abitanti e i flussi di commercio sono legati alle connessioni che ha la zona, con il resto della provincia, nonché quella più densamente popolata della regione, le leggi devono essere indirizzate e tradotte nella via più utile per la situazione attuale”.
Due comuni protagonisti del disegno di Area metropolitana di Cagliari, ancora confuso, sono i comuni di Sestu e Elmas, caratterizzati rispettivamente da una viva accettazione e da un netto rifiuto. Il sindaco di Sestu parte dall’elogio: “In dieci anni di amministrazione continuativa Sestu si è potuta inserire in un ottica più ampia caratterizzata dalla collaborazione con gli altri comuni. Sestu deve proiettarsi verso il futuro ma non può farlo da sola, serve la collaborazione di tutti gli enti per arrivare alla realizzazione di opere commerciali, urbanistiche e a servizio dei cittadini”.
Mentre il Sindaco di Elmas assume una posizione contraria al coinvolgimento della sua cittadina nell’area metropolitana: “Alle condizioni attuali non entreremo, e anche qualora entrassimo il comune uscirebbe con una delibera”. Piscedda si rifà esplicitamente alle questioni ancora irrisolte che riguardano la ripartizione patrimoniale dei beni: “Non ci si sposa quando si hanno dei contenziosi”, ha detto.