Ha deciso di chiudere il suo bar dopo diciotto anni di sveglie all’alba e caffè e cornetti venduti ai clienti che era riuscito a fidelizzare nel suo bar, il Bonsai, di via Flumendosa a Sinnai. Mauro Manca, 49 anni, alla fine però è l’ennesimo ristoratore sardo che si è arreso alla crisi. Meglio, “all’aumento dei prezzi, dalla benzina alle materie prime, per non parlare dei due anni del Covid e, anche, della decisione del Comune, un anno fa, di togliere il sessanta per cento dei parcheggi dalla mia strada”. Tutti a casa, lui e due dipendenti. Una mazzata non facile da sopportare. Manca si è sfogato, duramente, sul suo profilo Facebook: “In questi 18 anni abbiamo conosciuto e attraversato parecchie crisi economiche mondiali e una pesante nazionale, 11 governi, diverse recessioni, spread e altri macroindicatori in crisi. Abbiamo preso decisioni difficili e coraggiose, come quella di chiudere la sera per dedicarci alle colazioni o quella di rimetterci in gioco continuando a tenere aperto il bar ma tornare sul mercato come mercenari della sala, sempre assieme alla spalla di sempre, per tutti mia moglie, per me complice di vita. In questi 18 anni non ho mai mollato i libri, ho studiato per me e per la mia attività. Ho conseguito traguardi, raggiunto successi, capito cose. Affrontato difficoltà, gente strana, momenti altalenanti. L’ultimo ci ha visto riprovarci 8 giorni prima di una pandemia mondiale. Abbiamo tempismo, non c’è che dire. Nonostante tutto, come tutta Italia, abbiamo stretto i denti nella speranza di un futuro migliore. Ora però la speranza della ripresa lascia il posto alla fredda certezza della contabilità. Gli ultimi aumenti delle materie prime e della componente energia non possono essere riversati sull’utente finale assottigliando la marginalità di un prodotto, la colazione, che viene visto come blindato. In queste condizioni il caffè o il cornetto classico da colazione non possono essere pagati meno di 1,80. Sappiatelo”.
Un’altra insegna che si spegne, in un punto centrale della città, e nuovi disoccupati. “È palese che la situazione, in generale, stia peggiorando. Meglio uscirne quando si ha l’acqua solo sulla pianta dei piedi e non già alla gola”, osserva Manca. “Ho dovuto prendere questa decisione, i numeri parlano chiaro, non si può lavorare cullandosi solamente sui buoni sentimenti. In Sardegna, per fortuna, il mercato per chi come me ha competenze c’è, e abbiamo anche un buon giro di turisti. Riuscirò ad andare avanti”.












