Domani anche a Cagliari grande sciopero nazionale della grande distribuzione, incroceranno le braccia tantissimi dipendenti dei centri commercial, proprio sotto Natale. “ora basta indugi, bisogna rinnovare il contratto nazionale di lavoro”. i Lo afferma senza mezzi termini Cristiano Ardau, Segretario Generale della UILTuCS di Cagliari e Sardegna. Il primo sciopero nazionale indetto per il 7 Novembre per i dipendenti delle Aziende delle Grande Distribuzione Organizzata che aderiscono a Federdistribuzione, ha visto l’adesione senza precedenti dell’80% delle commesse e dei commessi. Nonostante i risultati del primo sciopero le trattative sono rotte con atteggiamenti rigidi delle controparti.
“Tutto come prima- spiega Ardau- Ben 300.000 addetti in tutta Italia, senza contratto nazionale da ben 24 mesi, senza aumenti salariali e aggiornamento dei diritti e delle tutele; come loro anche le aziende della Distribuzione Cooperativa e di Confesercenti. Aziende come Auchan, Carrefour, La Rinascente, Iperpan, Gieffe, Bricocenter, Profumerie Limoni e Metro si ostinano a non rinnovare il Contratto Nazionale. Applicano il vecchio testo normativo del 2011 ma senza erogare gli aumenti retributivi del rinnovo del CCNL sottoscritto con Confcommercio nel Marzo del 2015. Tra le richieste della controparte la perdita degli scatti d’anzianità e dei permessi retribuiti, il passaggio automatico dal 5° al 4° livello per i commessi provetti, distribuzione senza regole dell’orario di lavoro e perdita dell’incidenza sul T.F.R. della 13^ e 14^ mensilità. L’attacco al Contratto Nazionale mira a togliere tutto ciò che la contrattazione negli ultimi 45 anni ha fatto ottenere: diritti, salario, partecipazione e dignità lavorativa non possono essere cancellati in nome della crisi o del mercato. Il lavoro ha un costo, ha una dignità con la tendenza ormai a valutarlo come una merce da comprare a necessità, ad ora, a centimetro, a grammo o in saldi. A base di tutto, c’è il fatto che le aziende tentano di offuscare che le commesse e i commessi del commercio prima di tutto sono donne e uomini che meritano rispetto, dignità lavorativa, diritto al salario e al Contratto Nazionale rinnovato. In un settore dove le esagerazioni sul lavoro festivo, domenicale, notturno, il part-time involontario, le difficoltà di conciliare i tempi di lavoro e non per le lavoratrici lo caratterizzano negativamente”.











