I cartelli giganteschi con la sigaretta sbarrata ci sono, ma a poca distanza c’è un altro cartello, in cima a un palo, che avvisa della presenza di un’area all’aperto dedicata ai fumatori. Ma non siamo in mezzo alla campagna, ma a pochi metri di distanza da mura e finestre del Policlinico di Monserrato. E quanto notato e segnalato da molti pazienti all’Adoc avviene anche al Brotzu e al Santissima Trinità, gli altri due grossi ospedali dotati anche di pronto soccorso. “Cartelli anacronistici o che vanno proprio contro la legge, ricordo quella che vieta il fumo anche in tutte le pertinenze degli ospedali, proprio perchè è un qualcosa di nocivo”, racconta il presidente sardo dell’Adoc, Giuliano Frau: “Ci sono addirittura parcheggi per disabili recintanti, quindi c’è chi pensa che non siano diversamente abili ma acrobati. Ogni persona che arriva all’ospedale, sia per curarsi o per trovare un caro ricoverato, deve avere il sacrosanto diritto di essere trattato da essere umano Spiccano ancora cartelli legati al periodo della pandemia, viene richiesto l’utilizzo delle mascherine e il distanziamento sociale”. Ricordi di dpcm che dovrebbero, ormai, essere totalmente carta straccia. E invece non è così.
“Riceviamo segnalazioni quotidiane di disservizi o di richieste fuori dal tempo. I cartelli su mascherine e distanziamento non sono più attuali. Basta che i dirigenti seguano le chiare indicazioni dell’Organizzazione mondiale e del ministero della Sanità per aggiornarsi e rendere note le nuove regole”.









