Numerose le segnalazioni da parte dei cittadini che, esausti, scrivono anche all’ente che gestisce il bene pubblico.
“Ormai da più di un anno, tantissime famiglie compresa la nostra, si trovano a combattere con la continua mancanza o, nella maggior parte dei casi, con pochissima acqua all’interno delle proprie abitazioni. Ciò reca un gravissimo danno in primis alle apparecchiature domestiche che basano il loro funzionamento su un flusso costante di acqua come caldaie e lavatrici. Nel nostro caso infatti la caldaia entra costantemente in blocco a causa della pochissima pressione di acqua, pregiudicando il suo corretto funzionamento e con conseguenza ultima il suo guasto, con aggravio di spese che si deve accollare la nostra famiglia. Spesa quest’ultima del tutto superflua se si pensa che basterebbe ricevere un flusso di acqua necessario al suo corretto funzionamento da chi ci eroga il servizio e che annualmente riceve i nostri soldi, a mio avviso inutilmente visto che paghiamo un servizio da terzo mondo”.
Non aolo: un’altra conseguenza del servizio che fa acqua da tutte le parti “è l’aspetto prettamente psicologico del problema. Ogni giorno ci alziamo con la consapevolezza che non sapremmo se avremo acqua calda per lavarci o semplicemente per compiere i gesti più quotidiani. Questo porterà le famiglie a munirsi di un boiler con autoclave per ovviare a questo problema. Tuttavia non tutti hanno la possibilità economica di farlo dato i costi elevati di montaggio e manodopera. Inoltre non trovo corretto che siamo noi famiglie a doverci accollare una tale spesa per far fronte ad una problematica che andrebbe risolta a monte. Più e più volte abbiamo contattato Abbanoa per far presente la mancanza di acqua ricevendo come risposta le solite frasi fatte su come le condotte siano vecchie o rimpallando la responsabilità sul Comune”.
Un invito, inoltre, all’ente e alle istituzioni, “vorrei che vi metteste per un momento nei nostri panni, sapendo che ciò è difficile quando non si vivono sulla propria pelle certe situazioni e che si faccia realmente qualcosa per risolvere questa problematica di non poco conto. Siamo genitori di una splendida bambina di 5 mesi e tutto questo ci fa rabbia, perché non poterla lavare perché non c’è abbastanza acqua o dover utilizzare l’acqua delle bottiglie per lavare i biberon è una realtà che nessuna bambina dovrebbe vivere, specialmente in un paese che si ritiene civilizzato come il nostro”. Una situazione pesante, “non possiamo continuare a vivere così, soprattutto in vista della stagione estiva”. Sulla questione interviene il presidente della commissione vigilanza Silvano Corda: “Voglio capire cosa hanno guadagnato i capoterresi con il passaggio ad Abbanoa voluto dal Comune, credo in una diretta responsabilità di questa gestione scellerata creando una serie di disservizi agli abitanti dì Capoterra”.













