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A descrivere bene la situazione che imperversa da tempo è “Poggio Today“: chi meglio dei residenti conosce, infatti, il contesto? Oche in pericolo, vivono lì, ma non solo loro: “Stiamo attraversando un periodo siccitoso forse mai visto, concomitante con i lavori nel lago, la somma di questi fatti produce una situazione molto antipatica soprattutto per la natura circostante. Il lago non è solo la casa del ochette, è un luogo dove si concentrano diverse dinamiche , è un abbeveratoio per la fauna selvatica di ogni tipo, ci vivono tartarughe autoctone e anche alloctone, pesci, anguille libellule e altro ancora. L’impatto del lago sulla natura ha molteplici vantaggi.
Nell’area circostante tutti i bacini sono secchi, fino a Pula e oltre. I cervi stanno scendendo fino al mare e ai campi, ogni giorno. Non si conosce nessun provvedimento da parte delle autorità preposte e pagate dalla comunità, nessun abbeveratoio, nessun ristoro nonostante non ci sia neanche il cibo. È il terzo anno almeno in cui c’è molta sofferenza. Ecco perché si dovrebbe intervenire su più fronti, gli addetti latitano, la regione forse non sa, sembra che certe cose non si vogliano capire”. Allarme lanciato, insomma, ancora una volta: gli ungulati sono costretti a cercare acqua e cibo ben oltre il loro habitat, oggi, rinsecchito dalla siccità, mettendo a rischio, così, la loro vita e quella degli automobilisti che, soprattutto durante la notte, si trovano gli animali lungo la carreggiata costituendo un serio pericolo per la sicurezza.