Stato di agitazione, malessere e problemi irrisolti nelle carceri sarde. Al centro delle proteste l’organico ridotto all’osso, così questa mattina gli agenti della polizia penitenziaria, hanno organizzato un sit in a Uta per denunciare ancora una volta la situazione all’interno delle sezioni detentive che rimane allarmante: ormai quasi ordinariamente gli agenti svolgono servizio nettamente al di sotto dei livelli minimi di sicurezza, sono infatti solo 2 unità impiegate nelle unità operative contenenti le sezioni detentive, “Cagliari, Arborea, Torres, Gallura, mentre quasi ordinariamente 5 sole unità svolgono servizio nei vari posti di servizio del Nucleo operativo mobile anzichè le 8 previste dai livelli minimi di sicurezza.
I DISAGI. La situazione dei ruoli intermedi non è certo migliore, a fronte di 12 unità operative dove è previsto il coordinatore e la necessità di coprire i turni della sorveglianza generale nei 4 quadranti, sono presenti al netto dei distacchi in uscita per altri Istituti ed al netto delle assenze per lungo corso, 5 Ispettori e 3 Sovrintendenti: “Non era difficile prevedere lo scenario attuale – ha voluto sottolineare Michele Cireddu, rappresentante Uil-Pa – infatti avevamo più volte suggerito, anche in occasione dell’ultima riunione sindacale, di formare ed affiancare un gruppo di Assistenti Capo nei compiti di sorveglianza generale in maniera tale da poter affrontare le emergenze senza ripercussioni negative. Tale suggerimento è rimasto inascoltato ed allo stato attuale diverse unità operative sono spesso prive del coordinatore, non certo per colpe attribuibili agli stessi, con la conseguenza che il personale del ruolo Agenti Assistenti deve fronteggiare le dinamiche della propria unità operativa senza le figure di riferimento. Occorre a questo punto interrogarsi sulla necessità di razionalizzare il numero delle unità operative, in quanto crediamo che l’attuale organizzazione sia funzionale solo ed esclusivamente con l’organico a regime.
I NUMERI. Nello specifico in Sardegna nell’anno 2016 sono stati 438 gli eventi critici quali autolesionismi, tentativi di suicidio, risse, ecc. Di questi piu’ della metà si sono verificati nel carcere di Uta che ha il triste primato assoluto tra gli Istituti della penisola per numero di tentati suicidi (61) e per numero di autolesionismi in proporzione al numero dei detenuti. Le manifestazione di protesta collettiva ed individuale invece sono: Sciopero della fame collettivi 31, individuali 310; casi di rifiuto del vitto per protesta sono stati 913 collettivi e 36 individuali; numeri di astensione dalle attività sono stati 116 collettivi e 3 individuali; percussione sbarre per protesta 3608 collettivi; sono stati 14 i rifiuti di rientro nelle celle; le manifestazioni contro le condizioni di vita intramurarie sono state 4184; i casi di danneggiamento beni sono stati 24; le contro misure legislative sono state 598;
L’utilizzo dell’area industriale per attività lavorative che doveva prevedere l’inserimento di un elevato numero di detenuti sottratti alle sezioni per lunghi periodi della giornata con il conseguente sgravio della mole di lavoro del personale, è rimasto solo un enunciazione propagandistica, di conseguenza le poche unità che svolgono servizio nelle sezioni sono costrette a lavorare sotto i livelli minimi di sicurezza e con rischi concreti sulla stessa incolumità personale.
Gli ordini di servizio sono ancora inattuabili, a titolo di esempio, nel reparto Arborea dove quasi ordinariamente svolgono servizio 2 unità devono accompagnare negli spostamenti i detenuti dell’Alta sicurezza , devono presenziare durante la distribuzione dei generi del sopravitto , della distribuzione della terapia ecc, 1 unità quindi deve costantemente dedicarsi alla sezione Alta sicurezza mentre l’altro Agente della sezione deve assicurare tutte le attività ed i controlli delle altre 2 sezioni. L’organico a causa dei pensionamenti ha avuto un drastica riduzione, l’organizzazione attuale non è piu’ adeguata all’organico effettivo, va quindi rivista in base alle attuali unità di Polizia Penitenziaria.
Siamo quindi fermamente contrari a quanto proposto nell’informazione preventiva in quanto a nostro avviso sarebbe piu’ opportuno razionalizzare i posti di servizio, o distribuire i detenuti “problematici” nelle varie unità operative in modo tale che ogni unità operativa possa gestirsi gli eventi critici. L’inserimento del cdt come ulteriore posto di servizio per l’U.O. Cagliari, l’infermeria nell’U.O. Arborea, l’ulteriore incombenza per l’addetto alla carraia che dovrebbe comandare a distanza un ulteriore ingresso, cosi’ come l’assegnazione del box rotonda buoncammino all’U.O. Sant’Antioco a nostro avviso non risolve le problematiche e non ridistribuisce in maniera equa la mole di lavoro tra tutto il personale. Di conseguenza si chiede alla Direzione di calendarizzare una serie di riunioni per portare a termine i lavori del nuovo protocollo di intesa locale, per la ridefinizione delle Unità operative in base alle attuali esigenze operative, razionalizzare i posti di servizio dell’Istituto e dare vita agli inserimenti dei vincitori di interpello per i vari posti di servizio con contestuale rotazione dove previsto. Tutti questi argomenti sino ad ora non hanno trovato definizione e sono tra i motivi di malessere del personale in servizio.












