Risponde la Prefettura sul caso dei migranti che dormono da giorni in piazza Matteotti. Molti di loro arrivano da altri centi d’accoglienza dell’Isola. Vogliono partire e ricongiugnersi con i loro familiari sparsi per l’Italia e l’Europa. Trentanove migranti di nazionalità eritrea richidenti asilo politico, intanto, sono partiti con destinazione Roma.
I fatti. I migranti eritrei e somali, giunti il 21 marzo scorso a Cagliari a bordo della nave spagnola “Numancia”, stanno manifestando anche mediante cortei con slogan di proteste perchè, non avendo intenzione di restare in Sardegna, aspirano a ricongiungersi a parenti e amici presenti nella penisola o in altri Paesi d’Europa.
La Convenzione di Dublino prevede, infatti, che la domanda di asilo deve essere presentata ed esaminata esclusivamente nello stato di ingresso dell’Unione Europea.
E’ stata prevista recentemente una deroga che consente agli eritrei, e non anche ai somali, di presentare, previo fotosegnalamento, domanda in Italia e di poter comunque essere “ricollocati” in altri Stati membri dell’Unione (in base alla c.d. procedura di “relocation” dei migranti appartenenti a nazionalità in evidente bisogno di protezione).
Tutti i 378 somali ed i 261 eritrei sono stati immediatamente visitati ed ospitati all’interno dei Centri di Accoglienza Straordinaria autorizzati dalle quattro Prefetture della regione.
Per rendere più celeri le citate procedure di “relocation” (fotosegnalamento ed informazione ai migranti da parte dei Rappresentanti delle Organizzazioni Umanitarie Internazionali) e per consentire l’immediato imbarco dei richiedenti asilo, la Prefettura e la Questura hanno deciso di sistemare tutti gli eritrei in una struttura sita nel Capoluogo. Sono già partiti 39 eritrei con destinazione Castelnuovo di Porto (Roma) per essere ricollocati presso i Paesi di rispettiva preferenza.
Molti eritrei hanno inizialmente rifiutato il fotosegnalamento, ignorando il diritto di potersi avvalere della “relocation”: la costante attività di informazione dei Rappresentanti della Prefettura, della Questura e dei mediatori culturali attivi nella predetta struttura, ha poi consentito il pacifico svolgimento delle descritte operazioni.
Analoga procedura non può essere avviata – come accennato – per richiedenti asilo di nazionalità somala. Conseguentemente, molti somali, tra i quali anche quelli già ospitati in strutture ubicate nelle province di Sassari, Nuoro ed Oristano, si sono riversati sul territorio di questo Capoluogo con la speranza di poter raggiungere il continente senza farsi fotosegnalare. Alcuni di essi sono rientrati nei Centri e si auspica che l’incessante attività di convincimento rivolta a coloro che pernottano in strada possa giungere molto presto a buon fine.










