Un circo mediatico che tiene in ostaggio la politica e la Sardegna, impedendo di occuparsi di temi davvero importanti per i sardi, primo fra tutti la sanità. Ma tant’è: da sei mesi e più non si parla d’altro, con il centrodestra che si presta a portare nell’aula del consiglio regionale le aspettative di chi proprio non accetta che ci sono regole e procedure da seguire. E oggi in aula si è scatenato il caos: durante la seduta del consiglio regionale, si sta analizzando l’assestamento di bilancio da 630 milioni di euro e a seguire si parlerà del disegno di legge sulle aree idonee, i consiglieri di centrodestra, rivolgendosi rigorosamente a telecamere e telefonini, hanno srotolato alcuni striscioni con la scritta “Pratobello unica legge”. Immediata la reazione del presidente Comandini che ha chiuso la seduta, ribadendo che la Pratobello non è all’ordine del giorno e invitando a non abusare della sua pazienza.
Intanto, all’esterno del palazzo va in scena l’altra sceneggiata con tanto di tende. fino a venerdì, poi via per il fine settimana e a oltranza di nuovo da lunedì. Il leader dei comitati, l’avvocato Michele Zuddas, annuncia intanto lo sciopero della fame: “Un gesto di protesta pacifica e profondo, che durerà fino all’approdo della legge di iniziativa popolare Pratobello24 presso il consiglio Regionale della Sardegna. Questa legge, sostenuta da 211.000 firme, rappresenta non solo un progetto normativo, ma una vera e propria voce del popolo sardo contro la speculazione energetica che minaccia il nostro futuro e il nostro territorio”, spiega Zuddas sui social. E punta il dito contro la presidente Todde: “Il motivo di questo gesto estremo è chiaro: il mancato riconoscimento del valore politico di Pratobello24 da parte della presidente della regione e l’assoluto disprezzo dei principi democratici posti a fondamento di qualsiasi legge di iniziativa popolare. È inaccettabile che una questione così cruciale venga posta in secondo piano, mentre si privilegiano le imposizioni centraliste romane e il contestabile decreto Picchetto Frattin”. (foto Lucia Chessa)












