Rotta a sud per provare la scalata al nord a colpi di reddito di cittadinanza, ché vuoi mettere lavorare con incassare dal divano. Un calcio al pallone nel campo di calcetto, un tiro a tennis e un giro a mani tese fra la folla, e il restyling dei 5 Stelle affondati da eterne lotte interne e crollo dei consensi è servito. A prestare volto e fianco all’operazione “nuovo corso” pentastellato è Giuseppe Conte, l’ex premier, che finalmente ha ritrovato le luci della ribalta perduta, dopo averne per troppo poco tempo assaporato il fascino ammaliante e irresistibile, sopportando persino gli strali di Beppe Grillo che un giorno sì e l’altro pure lo massacra di veleni. Ma Conte, come sempre in caso di incompiute, bramava per tornare protagonista della vita del Paese. A tutti i costi e in qualunque modo, anche a costo di diventare il portabandiera del nulla che ormai caratterizza i 5 Stelle. Perché diciamolo: del progetto grillino o casaleggiano nulla è rimasto. Nulla di nulla, zero, con buona pace delle scatolette di tonno che possono continuare a giacere felici nei palazzi del potere. I cinquestelle che dovevano cambiare il mondo, della politica e non solo, si sono lasciati conquistare dalle sirene del potere e dei privilegi annessi e connessi, ed è bastato un attimo. Giusto il tempo di accorgersi che il potere logora chi non ce l’ha. Non c’è più traccia del progetto, delle idee, delle spinte morali e sociali, dei progetti per un paese più giusto, del no alle auto blu e alle scorte.
E infatti, Conte – che diciamolo, è una brava persona – in perenne abito blu e pochettina bianca persino quando tira un calcio al pallone facendoselo parare da un ragazzino, per provare a riconquistare consensi si aggrappa disperatamente all’unica e sola possibilità che gli è rimasta per tentare la rimonta: il reddito di cittadinanza. E ci si aggrappa facendone una questione morale, accusando – scorrettamente – chi è contrario al bonus divano di essere contro gli interessi del paese e di non avere a cuore le fasce più deboli. Certo farsi votare per incassare soldi senza fare un bel niente è un validissimo motivo per votare i 5 stelle, ma non più nobile che pagare bollette, perché il reddito di cittadinanza si è rivelato un flop dannoso per le casse e del paese, e non solo, perché per esempio ha provocato una morìa di stagionali senza precedenti. Una sacca di illegalità e abusi che non ha prodotto un solo posto di lavoro, come del resto ampiamente già documentato nei paesi del nord Europa, figurarsi nell’Italietta del si salvi chi può. Aiutare le fasce deboli e garantire loro una vita dignitosa, come è giusto che sia, è altra cosa e richiede altre strade. Ma Conte, che di fare l’avvocato o il professore non ne vuole sapere, non intende mollare la presa, e diretto dall’abile regista Rocco Casalino che finalmente è tornato a poter di nuovo sfogare il suo estro orwelliano con allestimenti su misura del Grande Fratello, è deciso a riconquistare voti e potere. Il tour elettorale per le vicine amministrative è partita dal sud, dove il Movimento fece il pieno di voti tre anni fa, e proseguirà per tentare di conquistare i più ostinati settentrionali. Con una campagna in pieno stile americano. E, naturalmente, a colpi di reddito di cittadinanza.












