Parlano i ragazzi della movida del sabato sera, quei giovani che invadono il cuore della città e che provengono da tutto l’hinterland cagliaritano: conoscono bene la situazione e mettono in evidenza il difficile contesto sociale che anima le discussioni e che richiede “un intervento mirato e preciso da parte delle istituzioni”.
Sono giovanissimi tra i 14 e i 18 anni che hanno risposto alle domande sulle questioni più scottanti e attuali dei quartieri storici il fine settimana. Non solo ritrovi dove trascorrere ore di divertimento e spensieratezza tutti insieme, bensì fiumi di alcol che scorrono nelle vene e armi in tasca o in borsetta. Questo fenomeno infatti non riguarda solo i ragazzi, bensì anche le ragazze che, per difendersi o per mettersi in mostra, tra trucchi e cellulare, custodiscono la lama nemmeno tanto segretamente.
L’allarme è stato lanciato da Luca Pisano, psicoterapeuta, Direttore Master in Criminologia IFOS, ben noto alle nuove generazioni che lo nominano e lo assecondano in merito ai suoi interventi social ripresi e pubblicati da Casteddu Online. E sono proprio i ragazzi che mettono in evidenza questo aspetto, mostrando così l’importante capacità comunicativa che ha il web, strumento oramai indispensabile per poter trasmettere e trattare anche tematiche sensibili.
Oltre 15 giovani hanno acconsentito e risposto alle questioni “alcol e coltelli”: c’è chi si dissocia e mette le mani avanti affermando “non siamo tutti così”, c’è chi giustifica avere uno strumento per la difesa personale e sulla questione alcol ai minori emerge che, anche se i commercianti negano le bottiglie ai minori, ci pensano i maggiorenni ad acquistare e rivendere a chi dovrebbe tenere in mano succo di frutta, aranciata o cola.
“Il problema è che i ragazzi usano il coltello per difendersi dagli altri che vogliono picchiarli, esiste il rischio di essere aggrediti anche solo per discussioni o questioni legate alle droghe”.
“È utile averlo e lo vorrei per difendermi perchè è capitato di essere state molestate, in particolare da gruppi di stranieri” spiega una ragazza. “Sia i ragazzi che le ragazze girano con il coltello, già dai 15 anni, ma soprattutto ragazze più grandi di circa 17/18 anni”. “La maggior parte delle ragazze lo portano perché oramai è di moda, per sentirsi importanti”.
E ancora: “Esiste a Cagliari il problema della armi e degli accoltellamenti, sarebbe necessario che ci fosse un maggiore controllo in alcune zone per via delle frequenti aggressioni, il problema c’è e non è esagerato”.
“I ragazzi vanno in giro con i coltelli perché magari vivono in contesti difficili, c’è poco controllo da parte dei genitori, e se fosse il contrario sarebbe diverso”. C’è chi anche però sostiene che “il problema non è il controllo genitoriale ma la compagnia che si frequenta”.
Assieme alle armi, sono gli alcolici l’altro pericolo soprattutto per i minori che, ubriachi a tal punto da non reggersi in piedi, corrono seri rischi soprattutto per la salute e la sicurezza personale. Vulnerabili e non lucidi, spesso, soprattutto le ragazzine, sono oggetto di attenzioni da parte di ragazzi più grandi e adulti. Alcuni ragazzi intervistati negano che siano i commercianti a vendere alcolici ai minori, “anche se alcuni lo fanno”, e che sono i maggiorenni che fanno da tramite. “Bere e fumare sono esperienze che si fanno ed è normale a questa età, anche se si sa che fanno male”.
“Dopo aver bevuto ci si diverte di più, perché se si è ubriachi è più bello”. “L’importante è bere responsabilmente, non degenerare dopo aver bevuto e sapere quando fermarsi”.
Racconti raccolti un sabato sera uguale a tutti gli altri tra le vie Dettori, piazza Sant’Eulalia, scalette di Sant’Anna, ossia alcuni tra i punti più sensibili della città e che mettono in evidenza che il fenomeno delle armi sempre in tasca sia realmente preoccupante soprattutto se si aggiungono cocktail a base di vodka, rum e droga e gli episodi degenerati in tragedia di certo non mancano: al Poetto come in un locale, due giovani sono già caduti a terra senza rialzarsi più.












