No, non è normale. Di più, è ingiusto, è assurdo, è folle. Gli aggettivi legati alla sanità in Sardegna si possono sprecare, e sono tutti negativi. Dopo anni di denunce, sos, tante persone che sono peggiorate e qualcuno, anche, che se n’è andato all’altro mondo, tutta una serie di visite rimangono dei tabù. Gratis, cioè nel pubblico. Nel privato si spalancano le opportunità, ma solo dopo aver letteralmente spalancato il portafoglio. La nostra redazione è ancora subissata di racconti e testimonianze davvero choc. Come quelle di Anna Carboni, 79enne di Uta: “Ho una maculopatia degenerativa, tramite il Cup ho tentato in tutti i modi di prenotare una visita ma non c’è spazio a Cagliari e nemmeno a Quartu. Non esiste un centro dove sia possibile avere una data sicura per questo esame, ordinato direttamente dal mio oculista”. L’anziana è giustamente molto preoccupata e, per tanto tempo, ha dato battaglia: “A pagamento mi visiterebbero in tempi rapidi, ma non voglio pagare perchè ho il pieno diritto all’esenzione”. Alla fine, forse perchè spinto dalla preoccupazione, è stato uno dei suoi figli a prenotarle e pagarle una visita oculistica, ma lo sdegno rimane.
E non se la passano meglio i giovani. Emanuele Aramu ha 22 anni ed è di Quartucciu: “Sono seguito, dalla nascita, dal reparto di malattie rare dell’Arnas”. Aramu ha infatti una patologia ancora poco diagnosticata, che lo porta “ad avere forti e continui dolori allo stomaco, per esempio, più tutta un’altra serie di complicazioni più o meno gravi. Da un mese, tra mancanza di personale e trasferimento del medico, sono scoperto per le visite mediche. Devo farne almeno due all’anno e seguire delle cure per evitare di peggiorare. Lavoro come giardiniere e personal trainer, con le giuste cure posso tenermi sotto controllo e condurre un’esistenza quanto più possibile normale. Ho telefonato l’ultima volta, al Brotzu, un mese fa, per chiedere se ci fossero novità. Nulla di nulla, purtroppo, e non so a chi altri rivolgermi”.










