Dopo undici anni il Cagliari saluta la serie A . È stata una stagione da dimenticare quella disputata dai rossoblù e visti i numeri la retrocessione è meritata. Il Cagliari ha giocato il calcio peggiore delle serie A , non si è mai vista la prestazione del singolo supportata dallo spirito di gruppo che mai è diventato squadra. Hanno deluso la società e il suo presidente Tommaso Giulini, i senatori, in primis, il capitano Daniele Conti,che nei momenti di difficoltà si sono defilati, hanno deluso gli allenatori e le giovani speranze mandate al macello con troppa superficialità e improvvisazione. Lo zoccolo duro non è mai esistito e i ruoli fondamentali come quelli del portiere e di un goleador non sono stati mai coperti da giocatori di categoria. Zeman è stato usato come specchietto per le allodole e per giustificare una rosa non competitiva fatta di esordienti e di belle speranze. Lui ha accettato troppi compromessi e non è mai riuscito a legare con la squadra. Il suo rientro è stato un errore e le sue idee sono state subite dal gruppo che mai ha dimostrato di partecipare al suo credo calcistico.
Zola fortemente voluto dai suoi ex compagni è andato spesso in confusione e ha dovuto fare le valigie. Gianluca Festa ha restituito fiducia al gruppo e ha cercato di proporre un calcio normale senza grandi alchimie tattiche. Forse la scelta è stata tardiva. Ora occorre ripartire da zero. Da salvare c’è molto poco. Si chiude un capitolo triste per una società che nel corso degli anni aveva raccolto buoni risultati e aveva lanciato nel panorama calcistico allenatori come Massimo Allegri e giocatori come Nainggolan e Astori. Per ricostruire occorre riorganizzare e ripartire dalla società. Le responsabilità del giovane e inesperto presidente Tommaso Giulini e dei suoi dirigenti sono enormi. Risalire dalla serie B non sarà una passeggiata. Occorrono basi solide, stabilire immediatamente con chiarezza ruoli, staff tecnico e il budget. Chi vestirà la maglia del Cagliari dovrà dimostrare con i fatti di onorarla e meritarla. Una cosa è certa: nessuno si aspettava questa retrocessione. La lezione deve servire per non ripetere gli errori del recente passato e qualcuno dovrà fare un bagno di umiltà e agire di conseguenza. Per Cagliari e per la Sardegna la serie A è davvero un bene prezioso e i campionati e le società non si gestiscono e non vivono di solo marketing. Servono professionalità e competenza. Sicuramente certezze e uomini di categoria. Ora non si può più sbagliare e non ci sono più alibi.













