L’ultima grossa beffa è stato il contratto stracciato dal Comune con l’impresa che avrebbe dovuto terminare i lavori. Duecentocinquanta giorni di ritardo accumulati, numeri pazzeschi e vergognosi. E Sant’Avendrace continua a essere un rione cagliaritano periferico e sempre più stritolato dalle transenne e dal caos. Da quattro anni, cioè da quando la Giunta Truzzu si è dovuta rimangiare quel sondaggio popolare tra doppio senso e senso unico: i bus non sarebbero più riusciti a passare nel viale, votazione del risultati inutili. E poi il cantiere infinito e maledetto: da qualche giorno non c’è più traccia di un operaio, e chissà tra quanto torneranno ufficialmente ad azionare ruspe e martelli pneumatici per fare i nuovi marciapiedi e la pista ciclabile, contestata da una parte di residenti e dei pochi commercianti superstiti. La rabbia è tanta, a un mese dal periodo prenatalizio la sensazione che l’abbandono della zona sia destinata a durare a lungo è tanta.
E i residenti protestano. Francesca Dettori ha scritto una lunga email alla nostra redazione. Eccola, di seguito: “Sant’Avendrace è il quartiere della riqualificazione mancata. Da due anni è un disastro. Sono iniziati dei lavori che sembra non debbano finire mai. Dopo i primi mesi di lavoro ci si è accorti che il progetto era sbagliato. Si è bloccato tutto per un anno con tutta una serie di disagi per gli abitanti del posto. Finalmente, dopo tanta attesa, i lavori sono ripresi e tutto sembrava procedere oer il verso giusto. E invece no, niente va come dovrebbe. Tutto bloccato per la seconda volta, col viale sempre più impraticabile sia per le auto che per i pedoni. Mi chiedevo chi dobbiamo ringraziare per questa situazione. Nessuno si preoccupa di sapere come stanno i residenti del rione. Quanta pazienza ci vuole per sopportare tutto questo? E se la pazienza fosse finita?”.












