“Non siamo disposte, e con noi i nostri familiari, ad accettare supinamente un piano che più che riorganizzare e ammodernare il “Businco” sembra preludere alla sua chiusura. Per chi aspira a cure mediche di qualità si profila un lungo periodo di emigrazione sanitaria e chi non ha i mezzi per affrontare le spese dovrà rassegnarsi al peggio”. Sono le preoccupazioni di un gruppo di pazienti oncologiche dell’Ospedale “Antonio Businco” che in un incontro con Maria Grazia Caligaris e Rina Salis, rispettivamente Presidente e Vice Presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV” hanno espresso “molta preoccupazione per alcune scelte della Direzione Generale e Sanitaria dell’ARNAS “Brotzu” che dal prossimo 15 novembre, con il trasferimento della Chirurgia Toracica, di quella Ginecologica e, di fatto, la cancellazione della Sala Operatoria destinata alla Terapia del Dolore, comprometteranno seriamente il sistema delle cure del “nostro” Ospedale”. Le problematiche delle Sale Operatorie, nonostante le rassicurazioni dei Dirigenti, non riguardano solo i Sanitari, investono pesantemente chi convive quotidianamente con un tumore e chi ha bisogno di essere presa in carico con le garanzie del rispetto dei livelli essenziali di assistenza. Se oggi, com’è emerso, lo standard per l’intervento al seno è di 60 giorni nelle prossime settimane è destinato sicuramente ad allungarsi, determinando gravissime conseguenze”.
“C’è anche un altro aspetto – sostengono alcune pazienti – poco evidenziato. La situazione del “Brotzu” non sembra rosea e non sembra offrire tutte quelle garanzie che possano rassicurare le pazienti. Non possiamo dimenticare il grave episodio del black out che ha determinato un’emergenza che avrebbe potuto avere gravissime conseguenze. Né tralasciare di considerare le tensioni che hanno portato alla proclamazione dello sciopero il 31 ottobre prossimo. Bene ha fatto la Commissione Sanità a sentire i vertici dell’ARNAS in audizione. Auspichiamo però che vengano sentite anche le associazioni delle pazienti. L’assistenza del “Businco” ha una storia all’avanguardia proprio nella senologia, nella ginecologia e nella terapia del dolore. Non può essere sacrificata per scopi non del tutto chiari”.
“Le preoccupazioni delle pazienti oncologiche – affermano Maria Grazia Caligaris e Rina Salis – non possono restare senza risposta. SDR ODV si farà promotrice di una richiesta ufficiale per un’audizione in Consiglio regionale delle associazioni in modo che anche la voce di chi conosce il cancro possa essere ascoltata. Le decisioni dell’ARNAS “Brotzu” non possono essere diktat”.










