La QUARANTENA, peggio ancora la “ SESSANTENA”, cioè i due mesi che
obbligatoriamente hai dovuto sacrificare alla tua libertà, sono devastanti,
quando decidi di fare finalmente due passi oltre l’uscio di casa. Avverti subito la
differenza tra il camminare all’aria aperta in strada e tra le mura
domestiche,anche se dedichi molti minuti alla cyclette mattina e sera. E’ una
sensazione devastante: sembra che la terra ti sfugga da sotto i piedi, il sistema
della muscolatura delle gambe sembra quasi cedere. Fai fatica, insomma, a
camminare in strada o sul marciapiedi, non è solo la pesantezza degli anni : sono
le conseguenze della immobilità forzata, hai bisogno della riabilitazione
motoria, che il Governo non ha previsto e non ti da. Almeno per ora, perché sono
vietati ancora gli assembramenti, così chiamano la frequenza contemporanea di
più persone negli ambienti chiusi, nelle palestre, nei centri di recupero fisico.
Sono uscito di casa questo pomeriggio, subito dopo pranzo, una bella
serata,soleggiata e invitante, c’è anche nell’aria profumo di fiori e di alberi, a
ridosso dell’Orto Botanico, rigorosamente chiuso, nessuno per strada, solo tre
persone nel cammino di andata e ritorno, alcune centinaia di metri. Per la prima
uscita. Come in convalescenza. Non ho avvertito una tale fatica, un invito a me
stesso a camminare lento, con precauzione, quasi sfiorando l’asfalto ruvido della
strada e il gres ancora lucido dei marciapiedi, anche quando ho affrontato il
recupero fisico dopo importanti interventi sanitari. Gli effetti del fermo forzato
dell’ordinaria attività motoria, corollario del contrasto al coronavirus, sono per
me devastanti e li avverto solo oggi che ho messo il becco fuori di casa dopo
sessanta giorni di quarantena. Cosa ne pensano i vecchi come me che stanno
facendo una analoga esperienza ? cosa ne pensano le persone di mezza età, ma
anche i giovani ? Mi auguro che la ritrovata libertà, se pure parziale, non porti
conseguenze negative nel prossimo futuro proprio nelle condizioni fisiche che
sono fondamentali e la ripresa del cammino, che sarà duro e faticoso in tutti i
settori della vita civile e sociale.
Marcello Roberto Marchi












