Un intervento, delicato, alla carotide, che riesce alla perfezione, lo scorso nove marzo, dopo tre giorni di ricovero nel reparto di Chirurgia vascolare del Brotzu, fa pensare, a Sandra Dalla Santa, 78enne cagliaritana, che il peggio sia passato. Invece, a sette giorni di distanza, la donna si ritrova a combattere, insieme al marito 80enne, Giovanni Maria Loi, con una positività al Covid certificata dai tamponi fai da te e con la febbre a 39 del marito: “Il Covid l’ho preso all’ospedale”, denuncia la donna. Perchè potrebbe aver preso il virus in corsia? “Perchè ci è stato detto che, il giorno dopo il mio intervento, c’è stato un focolaio nel reparto maschile. Venerdì sono stata dimessa e nel pomeriggio mi ha chiamato una paziente, con la quale ci eravamo scambiati i numeri, per dirmi che aveva febbre ed era positiva”. La donna si preoccupa, il weekend passa senza nessun sintomo: “Il medico del reparto, contattato telefonicamente, mi ha detto che non dovevo fare nulla, non avendo sintomi, e dicendomi che nel reparto c’erano dei contagiati”. A questo punto interviene il marito della 78enne: “Ma come? Se mia moglie è stata a stretto contatto con una positiva nessuno la chiama per avvisarla?”.
Sandra Dalla Santa, giovedì undici marzo, chiama la dottoressa: “Dovevo fissare l’appuntamento per disinfettare la ferita alla carotide e, eventualmente, togliere i punti metallici. Ho fatto presente che potevo essere positiva, la dottoressa mi ha detto che in quel caso non potevo entrare in ospedale”. La coppia fa due tamponi casalinghi: “Entrambi positivi. Oggi abbiamo la febbre a trentanove”, spiega Loi, “ho dovuto medicare la ferita alla carotide ma per togliere i punti metallici ci vuole una pinzetta apposita. Ci sentiamo abbandonati dalla sanità, ho scritto una email di tutta la nostra odissea anche al presidente della Regione Christian Solinas”.












