A Cagliari spuntano manifesti contro l’ideologia gender, con un bambino corrucciato mentre due mani tentano di mettergli rossetto e un fiocco fucsia, e scoppia la polemica. Protestano gli studenti di Lgbt Unica e protestano le consigliere comunali di Possibile Sardegna, chiedendo al sindaco Paolo Truzzu di rimuovere immediatamente i cartelloni.
“In questi giorni si è potuto notare in via Is Mirrionis, vicino all’ingresso dell’Ospedale Santissima Trinità, un cartellone pubblicitario da parte di una ONLUS che chiede di “proteggere” lɜ bambinɜ dall’ideologia del “gender”: ci troviamo di fronte all’ennesimo uso di argomentazioni basate sul nulla e sulla distorsione della realtà dell’attivismo, e si propugna ancora lo spauracchio del “gender”, fondato su testimonianze false di indottrinamento di bambinɜ e ragazzɜ. Troviamo estremamente vergognoso che il Comune di Cagliari (non sorprendendoci purtroppo) abbia autorizzato questo genere di propaganda, considerato inoltre che questo tipo di materiale pubblicitario è illegale e non può perciò essere mostrato sui cartelloni”. Così i ragazzi di Unica Lgbt, che continuano: “Questo grave fatto si aggiunge ad altri numerosi tentativi da parte del nuovo governo di silenziare le realtà delle associazioni, bandire l’informazione su questi temi nelle classi inferiori e superiori e fomentare una caccia alle streghe per attaccare i vari nemici della maggioranza, soprattutto le realtà progressiste. Stiamo vedendo capisaldi difficilmente ottenuti, come la carriera alias, attaccati direttamente da figure vicine al governo, e la protezione dal punto di vista legale contro le violenze sulle persone queer è praticamente inesistente e resa ancora più difficile da una parte del corpo docenti che si sente legittimata a discriminare e negare i diritti dellɜ studentɜ.
Chiediamo al Comune di Cagliari di rimuovere questa pubblicità con effetto immediato, sostenendo la stessa richiesta proveniente anche dalle altre realtà associative del Cagliaritano e dell’isola, e sperando che altri gruppi si aggiungano a sostegno di questa richiesta”.
Alla protesta si uniscono le due consigliere comunali Giulia Andreozzi e Francesca Mulas Fiori di Possibile Sardegna: “Troviamo gravissimo che ancora oggi queste associazioni parlino di “teoria gender”: in nessuna scuola a oggi esiste alcun insegnamento della “teoria gender”, espressione che non esiste se non come traduzione della formula inglese “gender studies” (una complessa ricerca multidisciplinare attorno ai significati socioculturali della sessualità e dell’identità). Il volto della campagna, un bambino triste a cui vengono mostrati rossetto e fiocco rosa, è davvero imbarazzante: un minore a cui si impone il rossetto è falso, pericoloso e fuorviante. E anche estremamente dannoso, se vogliamo sradicare pregiudizi e stereotipi legati al genere, gli stessi che oggi vedono le donne sempre un gradino sotto gli uomini o assegnano ruoli e potere in base al sesso”.










