Sono stati, e lo sono ancora, la salvezza degli ospedali. Tante visite, pagando solo il ticket, possono essere effettuate nelle decine di studi, centri e poliambulatori sparsi tra Cagliari e provincia. Ma le liste sono piene anche lì: meglio, lo spazio c’è, ma se ne riparla nel 2024. A febbraio, ad aprile o addirittura a ottobre, tra un anno esatto. L’Asl fornisce gli elenchi, accanto ai nomi ci sono i giorni di attesa per le prime disponibilità. A parte pochissime voci che mostrano tra i 55 e i 65 giorni di attesa, si scavalla sempre quota cento giorni, arrivando a picchi di duecento e di 353. E il motivo è solo uno: non trovando spazio in tempi brevi in questo o quell’ospedale, la maggior parte dei pazienti si è rivolta ai centri accreditati. Che, però, essendo realtà infinitamente più piccole, sono andate rapidamente in sovraccarico. Da Sinnai, passando per Monserrato, Quartu, Muravera, Isili, Senorbì, Sestu, Dolianova, Monastir, Teulada: visite neurologiche, ortopediche, pneumologiche, ecodoppler, un’ecografia all’addome o al collo per scovare eventuali linfonodi maligni, mammografie o controlli dermatologici garantiti, ma prima devono passare anche cinque o sei mesi.
E non c’è un settore che soffra meno di un alto: tra 80 e oltre cento giorni di attesa per una radiografia, anche 127 giorni per una visita completa del collo, c’è pure il record di 353 giorni di attesa per uno degli esami più richiesti soprattutto tra chi ha più di 40 o cinquantan’anni, ovvero un’ecocolordopplergrafia cardiaca o, in caso di problemi alle vene, 231 giorni di pazienza, sperando che nel frattempo la pressione venosa e arteriosa non raggiunga livelli preoccupanti. Restano solo gli studi cento per cento privati, ma non tutti possono permetterseli. E le pochissime voci che segnano un’attesa compresa tra uno e dieci giorni, come una Tac completa dell’addome o dell’encefalo, non bastano sicuramente a invertire la rotta.
