Sono grossi, uno vale per tutti e, ogni mese, bisogna spendere tra i dieci e i tredici euro. Bastano un paio di telefonate alle varie aziende che, sin dal 2018, hanno fatto del business dei rifiuti la loro solidità economica. Come? Con la movimentazione dei mastelli condominiali. In strada non possono restare anche perchè uno degli obbiettivi dell’amministrazione di centrosinistra è quello di avere strade più libere e pulite, negli androni dei palazzi nemmeno e, allora, con un occhio puntato sempre sul calendario settimanale della raccolta, l’unica soluzione è farli caricare sul furgone di una delle ditte private e rivederli al prossimo giro di raccolta della De Vizia ed Econord. Una pratica già in atto da sei anni che, però, è destinata ad aumentare col nuovo appalto rifiuti della Giunta Zedda: con l’obbligo dei maxi mastelli anche per le palazzine con solo sei appartamenti, sono tantissimi i cagliaritani che dovranno aprire il portafoglio non solo per la Tari ma, anche, per la custodia e il lavaggio, quanto mai necessario, dei mastelloni. E il salasso c’è tutto, pure in aumento: basta pensare a rioni come quello di San Benedetto. Tantissimi hanno i mastellini piccoli, personali, che poi lasciano sulle terrazze. Non sarà più così, ognuno avrà una chiave a disposizione per aprire il contenitore, in comune con gli altri residenti, giallo della carta, blu della plastica, grigio del secco e verde del vetro.
Una spesa ulteriore che sicuramente non piacerà a tanti, anche perchè si collega con la quasi sicura stangata della Tari più cara del 15% già dal prossimo mese di settembre. E, con la scomparsa, sempre annunciata dal Comune, di tante ecoisole, prevedere di pagare non meno di centoventi euro annui per i cosiddetti cassonetti “moderni” sarà, praticamente, un obbligo non scritto.









