Una battaglia lunga un anno e mezzo. Risale a luglio 2017 il primo scambio di email con gli uffici comunali dell’Igiene del suolo: “Non so dove mettere i mastelli”. Risposta? “È un problema suo, si arrangi”. Quale problema? È presto detto: “Nel mio ristorante non ho spazio per i cinque mastelli grandi e i cinque piccoli, a malapena riesco a tenere i due miei dentro la cucina”. A sfogarsi duramente contro il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti del porta a porta è Tore Cappadonna: 62 anni, è uno degli chef più famosi a Cagliari. Un passato ai vertici del ristorante del D’Aquila, poi la gestione di un locale nella Costa degli Angeli e, da 4 anni, è alla guida de “Le 2 Isole” in viale Diaz. “Mi obbligano a tenermeli, c’è un rimbalzo continuo tra gli uffici comunali e il Comune stesso. Perché non me li fanno mettere fuori? In quel caso, però, se li rubano o li spaccano, non voglio avere nessuna responsabilità”, precisa Cappadonna.
Nel sul locale lavorano “cinque persone, oltre a me. A gennaio, se non arriva una soluzione, devo chiudere e licenziare tutti. L’assessora (Claudia Medda, ndr) suggerisce di costruire una cabina all’interno, ma se lo faccio poi viene la Asl che, giustamente, mi fa chiudere perché non è fattibile”. È molto arrabbiato, Cappadonna: “La De Vizia mi impone di averli, ma io mica li ho acquistati. Faccio la differenziata da sempre, ogni santo giorno, grazie agli attuali cassonetti”. Che però stanno per scomparire anche dal viale Diaz. “Tra la scalinata della basilica di Bonaria e la tabaccheria c’è un terreno abbandonato, mi dicono che è del Comune. Perché non mi fanno mettere i mastelli lì? Non so più dove sbattere la testa. Sindaco Zedda, sei tu ad aver emanato questo regolamento. Dove me li metto i mastelli, in tasca?”.









