Le eventuali violazioni delle norme sarebbero minime. E così i giudici hanno deciso di non sottoporre a sequestro l’edificio di 5 piani del Quartiere del Sole costruito davanti all’oasi di Molentargius, a pochi passi dalla spiaggia del Poetto e accanto alla villa del Governatore Solinas.
I proprietari del palazzo in costruzione, i fratelli Simone e Francesca Argiolas (difesi dallo studio legale Ballero), titolari della Tomasi Edilizia, hanno avuto ragione in tribunale. Avevano acquistato un terreno dalla famiglia Ciani che aveva suddiviso un lotto in due parti confinanti: una ceduta al presidente della Regione Christian Solinas (quest’ultima compravendita è al centro di un’inchiesta della Procura di Cagliari) e l’altra agli Argiolas che acquistano anche una licenzia edilizia (una dichiarazione unica abitativa rilasciata dal Comune di Cagliari nel giugno del 2020 a favore del vecchio proprietario Alfredo Ciani e poi volturata alla Tomasi edilizia) per tirare su un palazzo con 5 piani fuori terra e uno interrato a pochi passi dalla villa del presidente della giunta regionale.
Ma un giorno piomba nel cantiere la Forestale (“un dispiegamento di forze molto ingente”, lamenteranno i titolari dell’edificio) che mette sotto accusa i lavori e chiede il sequestro del cantiere per l’illegittima della premialità volumetrica, contesta la produzione di rinnovabili di potenza inferiore a quella richiesta per il rilascio del titolo edilizio e la violazione delle distanze stabilite dalle norme tecniche di attuazione.
Ma alla fine i giudici hanno deciso di negare il sequestro del palazzo: “Alla luce del principio di adeguatezza e proporzionalità del sequestro”, si legge nel provvedimento del giudice Giorgio Altieri, “si ritiene che una violazione di 20 cm delle distanze delle terrazze non possa giustificare il sequestro di un palazzo di 5 piani”.
Era stata aperta anche un inchiesta che aveva messo sotto accusa anche 5 persone: Alfredo Ciani, Simone e Francesca Argiolas, e poi Roberto Meloni e Salvatore Farci, due funzionari del Comune di Cagliari. I reati contestati erano falso, violazioni paesaggistiche e ambientali, corruzione. Ma le accuse sono state tutte archiviate.











