Metà viale Trieste è pronto, metro più metro meno. Gli operai hanno terminato il restyling sino a via XXIX Novembre, manca il breve tratto sino a via Bruscu Onnis, pronto a breve, e poi da via Pola sino al parcheggione davanti alla Regione. E la strada cagliaritana è sempre più stretta anche dopo il primissimo tratto. Una corsia per le auto, modalità fila indiana, qualche parcheggio sul lato sinistro e maxi aiuole soprattutto sul lato destro, riempite di ghiaia. Chi sperava di avere più spazio per le marmitte è rimasto deluso, il progetto non è stato modificato e, con i multipiano attorno alla strada, in primis quello di via Caprera, miseramente sbarrati, ogni fine settimana i residenti più fortunati si accaparrano gli stalli su strada, ma anche gli altri giorni la musica è più o meno quella. Ci sono posti, col contagocce, per chi non abita tra piazza del Carmine e l’area di viale Trento: “Hanno fatto il miracolo in vista di Sant’Efisio, riaprendo il secondo tratto”, commenta ironicamente Paolo Bianco, commerciante del viale. “Dal Comune non si è più fatto vivo nessuno per darci informazioni, in compenso abbiamo perso tutti tra il settanta e l’80% dei clienti e, per vedere aumentare le presenze di persone, possiamo solo sperare che, chissà tra quanto, riapra al traffico la via Roma”. E chi sta avendo grosse difficoltà ad avanti, Bianco incluso, continua a sperare che arrivi qualcuno a comprare l’attività.
O l’abitazione, andando sul versante dei residenti: “Gli stalli sono più che dimezzati, originariamente erano perpendicolari alla strada e c’era spazio per le auto di commercianti e abitanti”, ricorda Swani Rossetti. “Ora il numero è molto più piccolo, hanno trasformato la strada in residenziale. È un danno provocato alle attività commerciali della zona, che sono il tessuto urbano. Abbiamo vissuto con i contatti con i negozianti. La strada è larga 3 metri e mezzo, chiunque ci passi si rende conto che non è più una strada del centro. Continuiamo ad attendere sviluppi dal tribunale in seguito al nostro esposto sui lavori, i negozianti che hanno già chiuso l’hanno fatto da subito, appena si sono resi conto della situazione. Altri resistono sinchè potranno. Qualche parcheggio si potrebbe recuperare tra le aiuole. Hanno poi creato le aree di carico e scarico distanti dagli attraversamenti pedonali, chi deve trasportare del materiale deve camminare lungo la strada correndo il rischio di essere investito”.










