Porto Canale, una situazione critica già denunciata nei mesi scorsi, a pagarne le conseguenze i dipendenti della Compagnia lavoratori portuali, Clp. Da una parte la condizione dei dipendenti a tempo indeterminato che lavorano pochi giorni al mese ed hanno salari bassissimi che a volte sono pari a zero, dall’altra l’assunzione di lavoratori interinali in loro sostituzione. E debiti gestionali dell’azienda che, secondo quanto stimato dal sindacato, si aggirerebbero intorno ai 2 milioni di euro. “Siamo pronti – annuncia Roberta Massoni segretaria del Coordinamento Portuali SUL di Cagliari – ad aprire una vertenza e se necessario scioperare per tutelare l’occupazione, i diritti e i salari dei lavoratori”.
“È risaputo che Clp stia attraversando un momento difficile – continua Massoni – si dice a tal proposito che i debiti gestionali si aggirano intorno ai 2ml di euro, ma con tutta franchezza la nostra speranza è che queste voci non siano vere, altrimenti ci troveremo a dover affrontare il dramma degli 80 lavoratori e delle rispettive famiglie. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ma non calpestando le regole e la dignità dei lavoratori. Gira voce, infatti, che è stato sottoscritto un accordo da applicare in Clp dal prossimo 1 dicembre, ma ad oggi, anche se ne abbiamo fatto formale richiesta, l’azienda non ci ha fornito l’accordo in questione e nessun sindacato ha fatto l’assemblea con i lavoratori, né tanto meno è stato programmato il Referendum in merito. Ci auguriamo che si tratti di una bufala, per i contenuti che le voci di “radio porto” pubblicizzano, ma nello stesso tempo ci preoccupa”.
Lo sciopero. “Siamo pronti i ad aprire una vertenza – sottolinea Roberta Massoni – e se necessario scioperare per difendere il diritto di avviare corrette Relazioni Industriali e per tutelare l’occupazione, i diritti e i salari dei lavoratori. Non vogliamo arrivare per forza allo sciopero e siamo anche pronti a valutare la possibilità di chiedere sacrifici ai lavoratori, ma a condizione che ci vengano fornite certezze sull’esigibilità delle spettanze, la garanzia del mantenimento del posti di lavoro e salari dignitosi. Se l’azienda non dovesse rispondere al nostro appello si dovrà assumere la responsabilità della vertenza e sarà lotta dura”.











