di Paolo Rapeanu
La politica nazionale imperversa anche nel 25 aprile dove il protagonista principale rimane il ricordo, indelebile, della liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Incontri su incontri a Roma, possibili alleanze che sembrano solide la mattina e si sciolgono come neve al sole la sera. Il Paese non ha ancora un governo, e spunta l’ipotesi di un’unione tra il Pd e il M5s. Uno scenario che fa tremare le vene nei polsi a molti partecipanti al corteo del capoluogo sardo.
“Il Pd è ancora sinistra? Mamma mia, mi sembra che negli ultimi cinque anni abbia preso una deriva molto brutta e pericolosa”, dice Concetta Foddis, che nei fatti boccia un possibile governo tra democratici e grillini. Accanto a lei c’è Anna Maria Ortu: “Assolutamente contraria, rischiamo di ritrovarci di nuovo la Boschi ministra, dopo che ha fatto tutti i danni che ha fatto. Io non sono del Movimento 5 stelle e non lo sarò mai, ma non sono nemmeno del Pd. Sono di Rifondazione Comunista e ne vado fiera. Ora e sempre resistenza”, afferma la manifestante. Signor Marino è caustico: “Attendo che il Pd si divida in due. Da una parte Renzi e quelli che sono d’accordo con il governo con i grillini”, dice. Come vede il partito renziano? “Lo vedo male, si stanno sottomettendo”.











