L’ultima volta che ha varcato l’ingresso di uno degli ospedali cittadini è stato due giorni fa: “Avevo tutta la faccia gonfia, stavo malissimo, per dei medicinali presi per alleviare i dolori contro i quali lotto da oltre dieci anni”. Greca Miliddi, pensionata 71enne, percepisce una pensione di invalidità quasi da fame, poche centinaia di euro con i quali non riesce, sempre, a combattere la fibromialgia che si è impossessata di tutto il suo corpo. Dai capelli ai piedi, i dolori sono ovunque e insopportabili. E per lei è anche insopportabile non avere ricevuto il bonus di 800 euro promesso dalla Regione: “Ho fatto la domanda a febbraio, siamo a fine ottobre e non ho ancora visto un centesimo. Mi sono dovuta attaccare alla tachipirina”. Una vera e propria dipendenza da farmaco, non certo il massimo a livello di salute ma comunque una scelta capibile, visto che l’alternativa è il non vivere per i dolori che, quasi ad ogni ora, sente ovunque. “Con ottocento euro sicuri in più potrei respirare un po’ quando devo acquistare farmaci o fare visite, ne ho una a breve e so già che dovrò pagare novanta euro”.
Aiutata in tutto e per tutto dal marito, Greca Miliddi trascorre le giornate prevalentemente a casa: “Per i fibromialgici bisogna fare di più. Prima di tutto bisogna che la nostra venga riconosciuta come una malattia a tutti gli effetti”.









