Dawit e Mulugeta hanno una nuova casa, a Cagliari. È in via Sulcis, dove c’è la struttura diretta dai missionari saveriani: per un anno saranno seguiti e potranno studiare e integrarsi, provando a dare una svolta alla loro vita. Sono entrambi migranti eritrei, che erano rifugiati in Etiopia. Sono arrivati in città grazie al progetto “Protetto. Rifugiato a casa mia-Corridoi umanitari”, a cui la diocesi di Cagliari, l’unica in Sardegna, ha aderito attraverso la Caritas diocesana. Il loro ingresso in Italia rientra nell’accordo siglato nel gennaio 2017 dalla Conferenza episcopale italiana, dalla Comunità di Sant’Egidio e dal Governo italiano, “che ha consentito l’apertura di un corridoio umanitario tra Etiopia e Italia, finalizzato a garantire l’ingresso legale e sicuro a profughi eritrei, somali e sud-sudanesi, fuggiti dai loro Paesi a causa dei conflitti in corso”, spiega la Caritas, “e bloccati nei campi profughi etiopici, in condizioni di grande precarietà”.
Uno di loro, Dawit, attraverso la traduzione di un interprete, spiega che “non volevo fare il servizio militare obbligatorio nel mio Paese, ecco perché sono scappato in Etiopia. Qui a Cagliari voglio continuare a studiare e lavorare”.










