Cagliari la Festa è finita.
Il mister che sembrava aver miracolato spogliatoio e giocatori è rientrato nella normalità .La rinascita è durata solo 72 ore. Si diceva squadra che vince non si cambia ma perché non complicarsi la vita e lasciare fuori Farias, migliore in campo della gara con la Fiorentina?certo la debacle col Chievo non è riconducibile ad una assenza. Ci eravamo tanto illusi che ci fossero nuove energie e la volontà di reagire ad una retrocessione ormai segnata. Non c’è storia. I numeri sono spietati e nel calcio non lasciano scampo. La squadra rossoblù col Chievo si è sciolta come il burro al sole. Dire che i tifosi siano rimasti delusi per un’altra prestazione negativa non è solo un eufemismo. Abbiamo esaurito le parole. Esprimere un parere su quello che abbiamo visto e giudicare la squadra dopo la vittoria di Firenze che aveva alimentato qualche speranza e l’immediata ricaduta di Verona col Chievo diventa un’impresa difficile , quasi impossibile. Sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Ma quale è il vero Cagliari? Una squadra mediocre e disastrata che finisce in nove lo scontro decisivo per la salvezza o quella vincente e competitiva di Firenze, Milano, Empoli e Napoli? Forse non lo sapremo mai. Ora non ci resta che sperare nelle disgrazie altrui e,come hanno dichiarato, allenatore e giocatori, dopo l’ennesima prestazione incolore, “fare finta di crederci”. La matematica non ci condanna ancora e per tentare l’impresa servono solo fatti. La serie B ormai è dietro l’angolo.













