Il nuovo stadio del Cagliari dovrà attendere: l’orizzonte si sposta ufficialmente al 2028. È quanto emerso oggi durante la seduta del Consiglio comunale, dove la discussione si è accesa attorno a una maxi variazione di bilancio presentata dalla Giunta guidata da Massimo Zedda. Un documento che certifica una drastica riduzione dei fondi regionali destinati al progetto: 24 milioni in meno spalmati su tre annualità, rispetto ai 50 complessivamente stanziati dalla Regione Sardegna. Il taglio riguarda 9 milioni per il 2025, 10 per il 2026 e 5 per il 2027. Questi soldi sarebbero dovuti servire a coprire parte delle spese per la realizzazione e gestione del nuovo impianto, in un quadro di sostenibilità economico-finanziaria. Lo spostamento della scadenza al 2028 ha però innescato critiche e perplessità tra i banchi dell’opposizione. A sollevare i toni è stato Giuseppe Farris, consigliere di Civica24, secondo cui quanto discusso in aula oggi conferma i dubbi sollevati nelle scorse settimane. Secondo Farris, si è finalmente chiarito che i fondi regionali annunciati dall’amministrazione comunale non sono mai stati realmente disponibili in cassa. A ciò si aggiunge, ha sottolineato, il fatto che nel frattempo si è appreso di un aumento di 40 milioni nei costi complessivi dell’opera, mentre la progettazione viene ulteriormente rimandata. Tra le pieghe della variazione di bilancio, inoltre, sono emerse altre cifre oggetto di contestazione: dei 10 milioni che dovrebbero rappresentare la quota di partecipazione economica del Comune, 2,3 milioni risultano destinati a un incarico tecnico per la verifica del progetto definitivo ed esecutivo dello stadio. Una cifra che, a detta di Farris, appare eccessiva e su cui sarebbe necessaria una spiegazione più dettagliata da parte dell’amministrazione. Il sindaco Massimo Zedda, da parte sua, ha difeso l’operazione, sostenendo che la spesa per la verifica della progettazione era già stata prevista da tempo nei documenti finanziari e nei piani del Comune. Il rinvio e le cifre in gioco riaccendono così il dibattito politico su uno dei progetti più ambiziosi della città, con un’attenzione particolare alla tenuta economica dell’intera operazione.










