Eccolo, il nuovo supermercato della catena Lidl a Cagliari: nasce a Pirri sulle ceneri di un centro commerciale morto e che stenta a risorgere, porterà nuovi posti di lavoro in un’area dove però non mancano le incognite. Le luci tutte accese nella notte, come a scandire il count down: senza temere neanche il caro bollette, l’onda tedesca parte per prima in una Pirri dove a breve nascerà anche un mega Eurospin. Stiamo parlando della zona di via Dolianova, accanto alla Città mercato fantasma dove tutto è chiuso e resiste stoicamente solo un tabacchino. Dove un tempo si diceva che poteva arrivare l’Ikea, e invece ecco l’impero dei wurstel. Ma la situazione resta difficile, perchè se è vero che lì sorgerà il polo commerciale più grande della Sardegna, è vero che i lavori sono al palo e i ritardi preoccupano proprio perchè a casa ci sono loro, i lavoratori. Mentre i clienti della vecchia storica Auchan sono dovuti giocoforza migrare altrove. La Lidl di Pirri porterà sì nuovi posti di lavoro, ma pochi rispetto ai tanti negozi chiusi ormai da molti mesi nella vecchia Città Mercato. E Cagliari rischia di perdere tutti i clienti dell’hinterland, che ormai si fermano a Sestu, dove l’ex 131 è diventata un vero e proprio bazar di giganti commerciali, uno dietro l’altro (sta sorgendo anche un enorme fast food).
Michele Orlandi, responsabile della società che ha comprato lo spazio gestito per tanti anni dall’Auchan, lo ha ammesso di recente a Casteddu Online: “Siamo in affitto e so che le due società, Ceetrus e Vuerremme, stanno cercando un accordo per dare il via ai lavori, devono decidere chi deve fare e pagare tutte le opere. Sono abbastanza preoccupato e mi auguro che si trovi un accordo velocemente. Il termine che abbiamo dato è luglio 2023, se non partono i cantieri non si apre”, prosegue Orlandi. “Ogni giorno che passa tutta la struttura si deteriora. Spero che entro un mese si parta davvero”. Stracciare il contratto di locazione? “È l’estrema ratio, se i lavori non dovessero mai partire dovremo tutelarci, anche perchè finirà la cassa integrazione dei lavoratori”.
Caos totale, in poche parole, e incertezza. Carlo Nonnis, titolare della tabaccheria al piano terra della galleria, qualche settimana fa aveva spiegato di essere ancora operativo “perchè il mio contratto di affitto scade nel 2025. I miei clienti abituali continuano a venire”, dice, sicuro, Nonnis. La sua mancata chiusura potrebbe in qualche modo rallentare i lavori. Orlandi racconta di un “contenzioso in atto tra il tabaccaio e la proprietà della Città Mercato, ma non credo che la sua presenza possa inibire la ristrutturazione della struttura”. Chi è preoccupato al pari del rappresentante della Conad è Cristiano Ardau della UilTucs: “Siamo di fronte al solito pasticcio all’italiana, con la burocrazia che limita lo sviluppo economico. Ormai siamo arrivati al ridicolo, il destino di almeno 700 lavoratori è legato alla sorte della riqualificazione del centro commerciale. Ci prepariamo a vivere un altro Natale di agonia per un polo commerciale sempre più abbandonato”.











