Sopra il gradino dell’ingresso della zona bar abbondano polvere e foglie secche. Oltre il cancello, poi, c’è un’auto parcheggiata e le luci della zona reception accese. Ma, dentro l’hotel Panorama di Cagliari, non sembra esserci nessun movimento. L’albergo di viale Diaz, dopo decenni di operatività, è sbarrato da dicembre 2020. Colpa, anche, del Covid, con i clienti diminuiti e gli incassi, in parallelo, crollati. I mesi sono passati e, a pochi giorni dalla fine della cassa integrazione speciale, legata a doppio filo alla pandemia, i trenta lavoratori si sono ritrovati davanti all’albergo per lanciare il più forte degli sos: “Salvateci”. Come, però, non è dato saperlo. Nessuna comunicazione dai piani alti, le date della disperazione già cerchiate nel calendario di ottobre sono due: “Il tredici e il trentuno, per cessata attività, dovranno licenziarci per forza”, spiega Salvatore Arippa, lavoratore e delegato sindacale Cgil. “Qualcuno deve acquistarlo. Ma non credo che ci riusciranno, dovrà pensarci il tribunale. Se resterà un hotel e sarà riacquistato ci dovranno riassumere, speriamo. Dal 13 ottobre saremo a zero, senza cassa integrazione. Potrebbe acquistare l’hotel un imprenditore, ce ne sono tanti che vogliono investire soldi. Visto che si parla tanto di aprire altri hotel di lusso a Cagliari, uno del genere, messo così bene, il Panorama, perchè non dovrebbero acquistarlo? Italiano o straniero va bene, non ci perderebbe, l’hotel ha sempre lavorato”. I tempi d’oro sono ormai un lontano ricordo, oggi regnano incertezza e disperazione.
Alessandro Frau lavora da 29 anni al Panorama, come fattorino: “Mi son trovato in mezzo a una strada senza lavoro dopo tanti anni. Pensavo fossimo una famiglia, come ci hanno sempre fatto capire, invece mi sento come un numero. Ho una famiglia da mantenere, sto facendo tanti sacrifici e mi aiutano parenti e amici. La cassa integrazione tra poco scade, non so come andare avanti”, racconta. “Mai nessuna comunicazione dai piani alti, solo email per comunicazioni interne. Ho 52 anni, non so cosa farò. Sono andato a chiedere in giro per un posto di lavoro ma sono troppo grande. Mio figlio ha dodici anni”. Massimiliano Brundu, di Quartu Sant’Elena, da ventisei anni, fa il tuttofare nell’albergo di viale Diaz: “Ho lavorato nella stagione estiva a Baia di Nora, ma sono separato e devo mantenere la mia ex moglie e i miei figli. Ora arriverà la disoccupazione, la crisi del Panorama si poteva evitare, gestendo meglio la situazione. I clienti non sono mai mancati, qualcuno compri l’albergo e ci faccia lavorare. Ho cinquantasei anni, è molto difficile trovare un altro lavoro”.










