A distanza di tre mesi e mezzo non è cambiato nulla per Alessandro Lauricella, che si trova ancora ricoverato al Brotzu in attesa della riabilitazione. La richiesta della famiglia resta la stessa: riaprire il reparto di neuroriabilitazione a Cagliari. Una storia di dolore e speranza arriva dal capoluogo, dove Enrico Benvenuto Lauricella, appena ventenne, ha deciso di rendere pubblica la difficile battaglia che sta affrontando insieme alla sua famiglia. Al centro, la mancanza di posti in Sardegna per la neuroriabilitazione, un vuoto che rischia di compromettere il recupero di pazienti gravi. “Mi chiamo Enrico Benvenuto Lauricella, ho 20 anni e vi riscrivo per ribadire la mia richiesta di inserire a Cagliari il reparto di Neuroriabilitazione. Attualmente il codice di maggiore gravità, il codice 75, é gestito solamente da due ospedali in Sardegna: il Mater di Olbia e il San Martino di Oristano. Le richieste sono numerose, ma i posti molto pochi. E’ assurdo che a Cagliari, dov’è concentrata la maggior parte della popolazione, non vi sia tale reparto, fondamentale per pazienti che rischiano un’invalidità grave se non iniziano subito il loro percorso di Neuroriabilitazione. A quanto pare, il reparto è stato chiuso al Brotzu nel novembre 2020, e ne è stato predisposto uno all’ospedale Businco, che però non è in funzione.Com’è possibile che si debbano aspettare mesi per ottenere un posto, dato l’esiguo numero di disponibilità dei due centri, in una condizione di gravità che richiede , per sua natura, un intervento immediato da parte degli specialisti della Neuroriabilitazione?Com’è possibile che un paziente da Cagliari debba andare ad Olbia, rimanendo distante dalla famiglia, in un momento in cui è fragile non solo fisicamente, ma anche psicologicamente?
Come si può lasciare il sud Sardegna completamente scoperto rispetto ad un reparto così importante ed essenziale, per garantire una vita dignitosa a chi ha subito danni cerebrali?
Mio padre si trova in una situazione difficile: ormai è ricoverato da tre mesi e mezzo all’ospedale Brotzu di Cagliari e da un mese e mezzo è in attesa di essere trasferito in una struttura riabilitativa. Data la situazione, chiedo che almeno possa essere trasferito ad Oristano, dove noi familiari possiamo più facilmente raggiungerlo, compatibilmente con il lavoro e gli studi, che certamente non possiamo permetterci di interrompere. Olbia significherebbe spese notevoli da sostenere, nonché lasciare il lavoro e rimanere senza stipendio, in un momento in cui uno stipendio è a mala pena sufficiente per vivere nella propria città, senza dover aggiungere un ulteriore affitto e altri costi. E’forse la Regione che paga le spese relative all’accompagnamento di un paziente che si trova a 250 km da casa, per garantire la presenza dei propri affetti, la cui valenza terapeutica non è affatto da trascurare? Vi chiedo se potete fare un appello urgente alla Regione Sardegna e alla Governatrice Todde, affinché prendano in seria considerazione questo mio appello, che, purtroppo, non riguarda solo me, ma tantissimi sardi che aspettano di poter riprendere, insieme alle loro famiglie, la loro vita normale.”










