Il cashback del Governo? Utile per i consumatori, “una disfatta” per i titolari dei bar. Andrea Cocco, cagliaritano, è titolare di quattro bar. Tre sono all’Università di Cagliari, uno è sul mare. E, se per i locali frequentati da studenti e docenti, gli affari sono praticamente inesistenti “perchè la maggior parte delle lezioni non sono in presenza”, i dolori proseguono nell’unico bar attualmente operativo al cento per cento: “Tutti, ormai, pagano con la carta di credito o con il bancomat, è una disfatta. Ogni operazione mi costa l’1,8 per cento di commissione, alta, alle banche. Sto incassando meno”, si lamenta il barista, “e il fatturato continua a diminuire anche rispetto a quando, mesi fa, c’erano tanti pagamenti in contanti. Tutti vogliono il cashback, ma per chi gestisce un’attività commerciale è solo un’ulteriore perdita”. Chiaro il riferimento alle commissioni bancarie.
E la clientela è sempre la stessa: “I clienti sono i soliti, solo che adesso, al momento del conto, aprono il portafoglio e non tirano fuori banconote o monete, ma carte di credito”. Un andazzo che, comunque, ha preso piede sin dalla scorsa estate, e che è poi stato “ingigantito” dal cashback: “Per la prima volta, nel conto trimestrale, sono andato sotto. Non mi era mai successo in trent’anni di carriera, ho anche avuto un crollo degli affari del 92 per cento”.











