Un’estate 2020 ancora tutta da definire, quella del Poetto di Cagliari. Nell’anno del Coronavirus, le linee guida dell’Inail e dell’Iss parlano chiaro, e la politica cerca di capire come fare per rendere fruibile e in sicurezza la spiaggia del capoluogo sardo. E i titolari dei baretti dicono la loro, anche alla luce delle ultime dichiarazioni del sindaco Paolo Truzzu, “La settimana prossima faremo una delibera con delle proposte che sottoporre ai titolari di concessioni, vogliamo dialogare con loro per cercare di arrivare a una gestione ottimale della spiaggia”.
Giusto chiarire: i titolari di concessioni sono sia i titolari di chioschi sia quelli degli stabilimenti. I primi accolgono bene l’invito alla collaborazione: “Siamo disponibili, ci prestiamo a controllare le spiagge, vediamo come possiamo essere utili”, afferma Alessandro Cogoni, titolare della “Sella del diavolo” e dell’hotel “Nautilus”. “Il Poetto non dovrà essere a pagamento, i protocolli andrebbero un po’ alleggeriti, sia per chi fa ristorazione sia per chi va in spiaggia. Abbiamo chiesto al Comune un ampliamento degli spazi, per gestire la mole dei clienti che, seppur minore, ci sarà. Oggi ho un terzo della capienza, significa una perdita economica e anche di forza lavoro”. E, per controllare gli accessi e il rispetto delle distanze, Cogoni è netto: “Abbiamo pensato che il Comune ci possa dare degli strumenti per delimitare delle aree, un’idea possono essere dei nastri o dei contapersone, naturalmente tutto gratuito”.
Più diretto Tonio Congera, 58 anni, titolare de “Il Capolinea”, baretto storico del Poetto: “Sono preoccupato per le linee guida dell’Inail per i distanziamenti in spiaggia, da parte nostra c’è piena collaborazione col Comune, possiamo dare una mano d’aiuto con degli steward per creare le distanze di sicurezza e basta, non ci interessa lucrare e far pagare, sarebbe controproducente. Se c’è davanti al chiosco uno spazio per monitorare i bagnanti, tutti possiamo lavorare in sicurezza. Ho perso molti posti a sedere, da 18 sono passato a sette dipendenti. Se ci aumentano gli spazi prendiamo l’impegno di tenere lo stesso numero di lavoratori” delle estati passate. “Se ci danno spazi più piccoli, invece, ci sarà una restrizione totale, del cliente, del lato economico e soprattutto del personale”.










