Cagliari, hotel al porto sopra la club house di lusso: ristorante, Spa e negozi per i padroni dei maxi yacht

L’albergo con piscina panoramica? Solo la “punta” della nuova stazione marittima: “Giù ci sarà un centro servizi, come nelle marine di pregio, per i super ricchi con le barche”


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L’albergo con la piscina in cima e la vista mozzafiato sul mare e su via Roma? “C’è anche quello” nella nuova stazione marittima di Cagliari. Ma non solo. Anzi. Le stanze e la maxi vasca d’acqua sono solo uno dei tasselli di una marina che, presto, ospiterà quelli che lo stesso presidente dell’Authority Massimo Deiana definisce “i super ricchi con gli yacht”. Certo, magari approderanno anche persone semplicemente benestanti, ma l’intento di trasformare in turistica, strizzando l’occhio al “lusso”, quella porzione del porto è, ormai da anni, un obbiettivo ben chiaro e definito. “Sarà soprattutto un cento servizi per la nautica da diporto, una grande marina più che raddoppiata rispetto a quella attuale”. I servizi previsti? “Bagni, lavanderia, farmacia o parafarmacia, un negozio per acquistare qualche cosa o per i ricambi dello yacht, bar, ristorante, Spa, pronto soccorso, estetista”. La lista fatta da Deiana è bella, lunga e corposa. “Tutte cose che deve avere una club house di pregio. Certo, poi ci sono anche le stanze, questi super ricchi hanno le barche e quando arrivano e sbarcano devono dormire. È una riqualificazione di tutta l’area”.

 

E il traguardo sembra essere più vicino di quanto si possa immaginare: “Ho spedito il progetto del piano regolatore alla Regione. Non conosco i tempi di risposta, ma mi auguro siano brevi e che sia una verifica formale, anche se mai dire mai”. A quel punto, dando per scontato il “sì”, via al bando per la gara di affidamento dei lavori che cambieranno, per sempre, il volto a un’altra parte di Cagliari: la vecchia stazione marittima, quel caseggiato blu adagiato a pochi centimetri dal mare, salvo imprevisti presto diventerà solo un ricordo. “Il valore dell’operazione è di oltre 25 milioni di euro, tutti soldi messi dal privato: e, quando scadrà la concessione, quel bene sarà ancora nostro”.