Il parcheggio Cuore a Sant’Elia? Non se ne parla nemmeno. Gli ambulanti “ribelli” di via Po e via Simeto a Cagliari vogliono continuare ad esporre a Sant’Avendrace, ogni domenica. E presentano un dettagliato programma al Comune per poter far ripartire il mercatino in tempi rapidi. Meglio, le carte sono già state inviate al sindaco Paolo Truzzu e agli assessori delle Attività produttive e alle Politiche sociali, Alessandro Sorgia e Viviana Lantini. Nove punti per un’autogestione dell’area. Tra le novità, c’è la scomparsa di via Po: “Ma vogliamo che pedonalizzino, ogni domenica, via Simeto, via Garigliano e la traversa che conduce al viale Elmas”, spiega Enrico Rubiu dell’Usb, sindacato a fianco del gruppo di espositori, sia italiani sia stranieri, che per decenni hanno cercato di vendere qualunque tipo di oggetti nella periferia cagliaritana. “C’è spazio per trecento venditori, col nostro progetto. Un mercato nuovo, del riuso dell’hobbista e del baratto”. Rubiu osserva che “non sono mai stati del tutto irregolari, la loro è stata una scelta dettata dall’esigenza di chi non ha da mangiare e deve vendere, onestamente, qualcosa”. Nell’autocertificazione che ogni espositore dovrà firmare, inoltre, c’è il divieto a vendere “prodotti contraffatti o di dubbia provenienza”.
“È può anche essere un’occasione per svolgere attività culturali e favorire l’integrazione con momenti di incontro e conoscenza. Sappiamo che tra i venditori di sono anche marocchini, albanesi e Rom. Possiamo promuovere le loro usanze e culture, organizzando magari la giornata del cous cous o delle danze del popolo marocchino. I turisti potrebbero venire, anche i croceristi. Ogni città ha almeno due o tre mercatini, e i turisti amano fare queste spese”.Il “sì” o il “no” dal Comune non è ancora arrivato, Rubiu promette che ci saranno nuovi incontri per cercare di arrivare a una risposta definitiva, possibilmente positiva. “Chiederemo anche cinque euro a testa, saranno utilizzati per avere i mastelli e per conferire i rifiuti nelle discariche”.









