Il chiosco “Lo sfizio numero 1” dev’essere abbattuto, rimosso. E le operazioni sono già scattate, presto in piazzale Madre Teresa di Calcutta a Cagliari ci sarà tanto spazio libero in più per fare passare la futura linea della metropolitana. Ma i titolari e lavoratori dello storico caddozzone sono disperati: “Ci stanno distruggendo, da oggi ci sono cinque famiglie in strada dopo una vita di duri sacrifici”, spiegano, all’unisono, Giuseppe e Antonio Melis. Il locale famoso per trasmettere tutte le partite di calcio, per i panini col cavallo e i wurstel e le patatine fritte non esiste più. Il blitz della polizia Locale è scattato poco dopo l’alba: gli agenti, aiutati da carabinieri, guardia di finanza, polizia e vigili del fuoco hanno iniziato lo sgombero di tutta la struttura. “Dopo più di vent’anni di sacrifici ci mettono in mezzo alla strada”, dice Giuseppe Melis: “I primi anni abbiamo lavorato sotto la pioggia e il sole, ci siamo sempre dati da fare. Adesso le istituzioni, non so perchè, hanno fatto il blitz. Qui ci lavorano tre miei figli con bambini e rispettive famiglie, io e mia moglie, trapiantata e col diabete. Da oggi siamo così, non lavoreremo, dove dobbiamo andare? Cosa facciamo? Ci stanno togliendo i mezzi per lavorare, ci stanno togliendo il lavoro”. Gli avvisi ricevuti negli ultimi mesi avevano portato il titolare a tirare su un altro chiosco, più piccolo e più vicino alla zona della banca Cis: “Ci possono dare la possibilità di lavorare lì? No, ce l’hanno sequestrato. Dovremo smontare tutto a nostre spese, ho un debito di 50mila euro con le banche”, prosegue. “Farò una denuncia alla magistratura per dire chi mi ha detto di costruire il nuovo locale assicurandomi che, poi, sarebbe stato sanato”.
Giuseppe Melis è disperato: “Al Comune chiedo come abbia fatto, con quale criterio abbia messo cinque famiglie in strada. Sono uno dei pochi regolari, ho tutti i bollettini pagato dal 2004 a oggi, novecento euro ogni due mesi, sia per il bar che per il dehor, mentre ci sono una marea di chioschi decaduti. Prima potevo stare zitto, adesso devo farlo perchè se non stiamo uniti oggi è toccato a me e domani sarà il turno di qualcun altro”. Uno dei figli, Antonio Melis, aggiunge: “Questa è Cagliari. Uno schiaffo al lavoro, dopo 22 anni ci stanno mettendo in mezzo a una strada. Qui mangiano 15 persone, le istituzioni non sono ancora riuscite a darci un’area. Qui venivano a mangiare tutti, anche i bimbi della Onlus, adulti. Ci conosce tutta Cagliari, adesso questo è il risultato del nostro lavoro. Al sindaco Truzzu dico che ci dia una mano per trovare un altro spazio per farci lavorare”.









