Nessun segno di violenza sul corpo di Gianmarco Murgia, il 64enne è morto per annegamento. Dall’autopsia eseguita dal medico legale Roberto Demontis sul cadavere del pizzaiolo di Giba morto in mare aperto a Sant’Antioco insieme alla figlia Valentina arrivano delle certezze: “È stato totalmente escluso qualsiasi evento traumatico, probabilmente la prima equipe di medici ha notato dei segni che potevano far pensare a delle lesioni ma che, invece, probabilmente erano legati al tanto tempo trascorso in balìa dell’acqua”. Il pm Gaetano Porcu ha firmato l’atto di dissequestro del cadavere, la famiglia si prepara al funerale di Gianmarco e Valentina ma i dubbi, e sono tanti, restano. A snocciolarli è l’avvocato Giovanni Aste, che tutela i parenti delle due vittime insieme al collega Andrea Pisanu: “Appurata la morte per annegamento, bisogna capire se al momento della caduta in acqua l’uomo fosse cosciente oppure no. Non si sa dove sia la barca, l’ipotesi di uno speronamento di uno scoglio o di una secca la escludiamo, così come escludiamo questo tipo di incidente”. Tra un mese si avranno i risultati degli esami istologici: “Ci aiuteranno a comprendere se, magari, per il 64enne possa essere stato fatale un malore”.
Bisogna solo attendere, in somma: “Domani incontrerò nuovamente la famiglia”, prosegue Aste, “e ragioneremo sui prossimi passi da compiere. Il mare era in buone condizioni, va esclusa anche un’onda anomala”. E allora, cosa avrebbe potuto causare la morte di Gianmarco Murgia? “Non lo sappiamo, ma vogliamo scoprirlo. Sia lui che la figlia sono stati ritrovati vestiti”.












