Un nuovo sviluppo scuote l’inchiesta sul duplice omicidio avvenuto il 5 dicembre scorso nell’abitazione di via Ghibli, a Cagliari, dove furono ritrovati senza vita Luigi Gulisano, 79 anni, e la moglie Marisa Dessì, 82. Gli specialisti del Ris hanno isolato un profilo genetico femminile su una sciarpa – o su uno degli oggetti rinvenuti nella casa – che non apparterrebbe alla donna uccisa. Un elemento che potrebbe aprire nuovi scenari nelle indagini.
Secondo quanto riportato da L’Unione Sarda, il Dna non compatibile con la vittima ha spinto gli investigatori a chiedere a quattro donne – non indagate – di sottoporsi volontariamente al prelievo per l’esame del Dna. Si tratterebbe di persone vicine alla famiglia o che, in tempi recenti, avrebbero avuto accesso all’abitazione. L’obiettivo è stabilire a chi appartenga quel profilo genetico rilevato durante le analisi.
Il ritrovamento del Dna femminile è emerso dopo l’ultimo sopralluogo nell’appartamento del Quartiere del Sole, avvenuto martedì scorso. Durante il nuovo accesso, sono stati effettuati rilievi minuziosi per ricostruire la scena del crimine, con particolare attenzione alla posizione dei corpi, trovati nello studio in modo definito “anomalo” dagli investigatori. Tra le ipotesi, anche quella della creazione di un modello 3D per analizzare eventuali spostamenti post-mortem. Ulteriori verifiche sono state condotte su possibili impronte e segni di trascinamento, ma al momento non sono emersi riscontri ufficiali.
Restano gravi gli indizi a carico dell’unico indagato, Claudio Gulisano, 44 anni, figlio minore della coppia, in carcere dallo scorso 31 dicembre.
Secondo gli inquirenti, Luigi Gulisano e Marisa Dessì siano stati uccisi con un’elevata dose di nitrito di sodio, una sostanza usata come conservante nelle carni, ma potenzialmente letale. Non si esclude, tuttavia, la possibilità di un’asfissia meccanica.
Il fratello maggiore di Claudio, Davide Gulisano è parte offesa nel procedimento.










