I contratti? Bloccati, meglio, non rinnovati dal 2020. Risale a due anni fa l’ultimo ritocco, al rialzo, per i sessanta fisioterapisti della clinica privata Sant’Antonio di Cagliari. Da quel momento, solo promesse e nessun nuovo aumento in busta paga. E, in più, manca anche quel bonus Covid da mille euro a testa promesso dalla Regione. Risultato? Tutti a protestare davanti all’ingresso della struttura sanitaria di via Pessina insieme a Cgil, Cisl e Uil. Stipendio medio di 1200 euro al mese, almeno per quanto riguarda la larga fetta di lavoratori part time, cioè chi lavora minimo venticinque ore la settimana. Parlano di “mancanza di dignità” e “difficoltà lavorative”, i fisioterapisti. Che, con i sindacalisti, hanno deciso di richiedere l’apertura di un tavolo con l’azienda per ottenere quell’adeguamento contrattuale giudicato fondamentale per continuare a lavorare in piena serenità. La vertenza va avanti da tempo, la speranza dei lavoratori è che ci siano novità già entro Capodanno.
“Siamo al loro fianco in questa battaglia”, assicurano Alessandro Floris e Guido Sarritzu della Cisl e della Uil. “È necessario che i lavoratori della clinica privata abbiano gli stessi diritti, che includono anche lo stesso contratto, dei loro colleghi che operano nel settore pubblico”.










