Il caro prezzi rischia di essere un boomerang, un brutto boomerang per i giovanissimi. Con le felpe e le scarpe che hanno raggiunto costi stellari, non tutte le famiglie di Cagliari possono permettersi si rinnovare il guardaroba dei propri figli. E, con il nuovo anno scolastico ai nastri di partenza, il rischio concreto è uno: “Bullismo”. Lo dice senza mezzi termini Simone Girau, presidente di Adiconsum Cagliari. Nel giorno in cui il capoluogo sardo schizza al secondo posto in Italia per quanto riguarda il carovita, proprio in parallelo all’inchiesta iniziata da Casteddu Online, il numero uno della principale associazione di consumatori lancia un grosso allarme: “È proprio nelle scuole che, con l’abbigliamento, si notano ed emergono anche le differenze sociali. Dal bullismo al cyberbullismo, cioè messaggi carichi d’odio o minacciosi, la possibilità che i figli di genitori in difficoltà economiche o che non riescono più a stare dietro all’aumento della vita diventino bersaglio dei bulli è alta”. Da scordarsi qualunque tipo di discorso legato alle griffe e ai marchi più blasonati, qui si parla di vestiti nuovi standard, senza nessuna etichetta famosa appiccicata sopra.
“Le famiglie sono già alle prese con gli aumenti del cibo, delle bollette di luce e gas e, ancora, della benzina. I conti, nelle famiglie, non quadrano più”, avvisa Girau. E, se la preghiera al futuro premier dell’Italia è quella di mettere in campo tutte le soluzioni possibili per arginare anche possibili speculazioni, “la prima mossa da fare è calmierare tutti i prezzi”, nell’attesa di atti concreti da parte del mondo della politica, bisogna solo risparmiare ogni singolo centesimo: “Come dopo la Seconda guerra mondiale. Al momento, infatti, non c’è nessuna soluzione valida per continuare a galleggiare”.









