Un business fiorente, imbastito tra via Schiavazzi e via Utzeri, nei pilotis “attrezzati” e protetti con grate e mattoni. Droga, venduta anche durante i periodi di lockdown, a tantissime persone. Tra i clienti di Diego Carlo Caria, 25 anni, Angelo e Vincenzo Masala (26 e 51 anni, rispettivamente figlio e padre) e Gianluca Mallus (20 anni, unico finito ai domiciliari) c’erano anche “insospettabili” e appartenenti all'”alta borghesia” non solo cagliaritana. C’è chi arrivava ad acquistare droga sin da Villasimius, Iglesias, Oristano e Nuoro. Tutto nel cuore di Sant’Elia, rione popolare cagliaritano. I carabinieri hanno scoperto il vasto giro, tutto, o quasi, a “conduzione familiare”: c’era un unico numero di cellulare che passava di mano in mano tra i quattro spacciatori, che sono riusciti ad avere anche trenta clienti al giorno. Un giro d’affari mensile di 15mila euro, con i pusher che già stavano pensando a come riciclare il denaro. Oggi l’operazione dei carabinieri del nucleo investigativo di Cagliari, supportati dai comandi territorialmente competenti, insieme ai cacciatori di Sardegna, unità cinofile, l’11esimo nucleo elicotteri di Elmas e personale del nono battaglione “Sardegna” hanno arrestato il gruppo di pusher, eseguendo quanto deciso dal gip del tribunale di Cagliari su richiesta della procura della Repubblica.
Le accuse? Spaccio di sostanze stupefacenti. Gli arrestati erano riusciti ad imbastire un vero e proprio market della droga nel cuore di Sant’Elia. Nelle loro case, popolari, custodivano il denaro e la droga che, poi, spacciavano tra i ballatoi delle palazzine.










